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Angelo Saglietti – Uno scultore nella Torino di Rubino e Mastroianni
Con circa cinquanta opere – tra sculture (bronzi, terrecotte, gessi), gioielli in argento e una selezione di disegni preparatori – l’allestimento descriverà quattro decenni di intensa attività.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sarà inaugurata venerdì 10 maggio 2019 alle 18.00, presso la Pinacoteca dell’Accademia Albertina,
la mostra dedicata ad Angelo Saglietti. Con circa cinquanta opere – tra sculture (bronzi, terrecotte,
gessi), gioielli in argento e una selezione di disegni preparatori – l’allestimento descriverà quattro
decenni di intensa attività.
Nato a Saluzzo il 13 aprile 1913, Angelo studia con il toscano Italo Griselli e con il calabrese
Umberto Baglioni all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, dove si diploma nel giugno del
1937. Ai Prelittoriali torinesi dello stesso anno il suo Vogatore ottiene subito il primo premio e la
critica è unanime nel considerare lo scultore esordiente come uno «tra i migliori dell’ultima covata
accademica» (sono parole di Enrico Paulucci). Nel 1938 vince il premio del Sindacato
Interprovinciale Fascista grazie alla scultura in gesso patinato Vecchio pescatore, conosciuta anche
con il titolo alternativo Lavoratore. Dal 1939 al 1941 ricopre la carica di assistente del conte
Alberto Cibrario alla cattedra di anatomia dell’Accademia Albertina e del liceo artistico ad essa
annesso. Risale all’ottobre del 1941 il matrimonio con la pittrice Giuseppina Civetta, compagna di
vita e sodale di un’intera parabola creativa: i due artisti esporranno assiduamente insieme, a
partire dagli anni difficili del secondo dopoguerra. Sempre nel 1941, la Civica Galleria d’Arte
Moderna di Torino acquista la terracotta Ritratto di fanciulla, mentre la Galleria Sabauda
acquisisce un ritratto maschile in bronzo. Saglietti prende parte alla Seconda guerra mondiale e,
fatto prigioniero dopo l’8 settembre 1943, viene internato in Polonia e in Germania; durante il
periodo della prigionia esegue una toccante serie di disegni, pieni di pathos e realizzati con mezzi
poveri o di recupero. Il forte stress dell’esperienza bellica gli provoca un’ulcera cronica e ben tre
bombardamenti gli devastano lo studio di via Susa. Nel 1948 si trasferisce in Svizzera con la
famiglia e vi rimane per una ventina d’anni, prima a Stetten, poi a Basilea e a Zurigo. Nella
maggiore città elvetica dirige per un triennio i corsi di preparazione artistica del consolato d’Italia.
Nel 1969 riceve le insegne di Cavaliere Ufficiale per meriti artistici e culturali. Contestualmente
rientra a Torino ed è accolto con entusiasmo da critici e colleghi. Tra il 1970 e il 1971 riprende
l’attività didattica. Sarà professore di ruolo di figura e ornato modellato al Secondo Liceo Artistico
di Torino dal 1974 fino alla prematura scomparsa, avvenuta il 10 luglio 1979.
la mostra dedicata ad Angelo Saglietti. Con circa cinquanta opere – tra sculture (bronzi, terrecotte,
gessi), gioielli in argento e una selezione di disegni preparatori – l’allestimento descriverà quattro
decenni di intensa attività.
Nato a Saluzzo il 13 aprile 1913, Angelo studia con il toscano Italo Griselli e con il calabrese
Umberto Baglioni all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, dove si diploma nel giugno del
1937. Ai Prelittoriali torinesi dello stesso anno il suo Vogatore ottiene subito il primo premio e la
critica è unanime nel considerare lo scultore esordiente come uno «tra i migliori dell’ultima covata
accademica» (sono parole di Enrico Paulucci). Nel 1938 vince il premio del Sindacato
Interprovinciale Fascista grazie alla scultura in gesso patinato Vecchio pescatore, conosciuta anche
con il titolo alternativo Lavoratore. Dal 1939 al 1941 ricopre la carica di assistente del conte
Alberto Cibrario alla cattedra di anatomia dell’Accademia Albertina e del liceo artistico ad essa
annesso. Risale all’ottobre del 1941 il matrimonio con la pittrice Giuseppina Civetta, compagna di
vita e sodale di un’intera parabola creativa: i due artisti esporranno assiduamente insieme, a
partire dagli anni difficili del secondo dopoguerra. Sempre nel 1941, la Civica Galleria d’Arte
Moderna di Torino acquista la terracotta Ritratto di fanciulla, mentre la Galleria Sabauda
acquisisce un ritratto maschile in bronzo. Saglietti prende parte alla Seconda guerra mondiale e,
fatto prigioniero dopo l’8 settembre 1943, viene internato in Polonia e in Germania; durante il
periodo della prigionia esegue una toccante serie di disegni, pieni di pathos e realizzati con mezzi
poveri o di recupero. Il forte stress dell’esperienza bellica gli provoca un’ulcera cronica e ben tre
bombardamenti gli devastano lo studio di via Susa. Nel 1948 si trasferisce in Svizzera con la
famiglia e vi rimane per una ventina d’anni, prima a Stetten, poi a Basilea e a Zurigo. Nella
maggiore città elvetica dirige per un triennio i corsi di preparazione artistica del consolato d’Italia.
Nel 1969 riceve le insegne di Cavaliere Ufficiale per meriti artistici e culturali. Contestualmente
rientra a Torino ed è accolto con entusiasmo da critici e colleghi. Tra il 1970 e il 1971 riprende
l’attività didattica. Sarà professore di ruolo di figura e ornato modellato al Secondo Liceo Artistico
di Torino dal 1974 fino alla prematura scomparsa, avvenuta il 10 luglio 1979.
10
maggio 2019
Angelo Saglietti – Uno scultore nella Torino di Rubino e Mastroianni
Dal 10 maggio al 29 settembre 2019
arte moderna e contemporanea
Location
PINACOTECA ALBERTINA
Torino, Via Dell'accademia Albertina, 8, (Torino)
Torino, Via Dell'accademia Albertina, 8, (Torino)
Biglietti
compresa nel percorso di visita della Pinacoteca Albertina, con i relativi biglietti:
intero € 7,00; ridotto € 5,00 bambini e ragazzi dai 6 ai 18 anni, studenti universitari fino ai 26 anni,
convenzioni; gratuito under 6 anni, insegnanti, possessori Abbonamento Musei e Torino + Piemonte Card.
Vernissage
10 Maggio 2019, h 18
Autore