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Nataliya Chernakova – Skiing Home
Concepita appositamente per lo spazio veneziano e curata da Ilaria Porotto, la mostra – aperta dal 7 maggio al 3 novembre 2019 – comprende una selezione di dipinti recenti, insieme a sculture inedite e opere video.
Comunicato stampa
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Lo Spazio Norbert Salenbauch è felice di annunciare la mostra Skiing Home, la prima personale a Venezia di Nataliya Chernakova (Ekaterinburg, Russia, 1990). Concepita appositamente per lo spazio veneziano e curata da Ilaria Porotto, la mostra - aperta dal 7 maggio al 3 novembre 2019 - comprende una selezione di dipinti recenti, insieme a sculture inedite e opere video.
Le opere in mostra testimoniano l’abilità di Chernakova di muoversi liberamente tra stili e generi diversi, uniti insieme al suo interesse per le ambiguità e l’ambivalenza di immagine visiva e contenuto.
Parafrasando spesso cliché o iconografie consolidate, le opere sembrano a volte voler tenere il visitatore a distanza, invitandolo a intuire significati nascosti e a interrogarsi sulle domande lasciate in sospeso dal lavoro dell’artista. Nella serie Pelicans (2016-2019), Chernakova limita la sua palette selezionando con cura ogni sfumatura cromatica; il colore si libera da ogni riferimento narrativo, emanando attraverso varie tonalità di rosso una sensazione di calore. Forme organiche si intrecciano le une alle altre in un fluire dinamico e ritmico, che trasforma l’intero spazio pittorico del quadro. La tela si popola di immagini provocanti e indefinite, invitando lo spettatore a superare ciò che vede e a immergersi in una realtà che va oltre i confini del dipinto.
Superare i confini è una delle caratteristiche principali dell’opera di Chernakova; muovendosi tra percezione e ambiguità, l’universo creativo dell’artista include nel suo immaginario anche oggetti riconoscibili e quotidiani, reinterpretati attraverso variazioni di materiale e colore. “In questa serie, prendo un oggetto e attraverso i suoi significati artistici – sia esso una scultura, un dipinto o un’immagine in movimento – modifico l’impatto dell’oggetto nella coscienza del visitatore. La visione dell’oggetto iniziale è confusa e senza più importanza, l’oggetto ha ora una nuova storia e una nuova immagine”. In questo modo, l’immagine in movimento di un motore fuoribordo che ruota al ritmo della canzone preferita di Lolita ci ricorda in maniera molto sottile e delicata la dolce asprezza dell’adolescenza.
Due sculture Phoebe (2018-2019), collocate l’una di fronte all’altra, sono il fulcro della seconda sala dello spazio espositivo. Ritratti della stessa eroina sono state eseguite dall’artista mettendo in contrasto due tecniche diverse: l’una è stata creata “per sottrazione” in marmo, l’altra “per addizione” in resina. L’eterno biancore traslucido del marmo, unito alla brillantezza delle conchiglie che nei secoli hanno formato questo blocco, si confronta con l’acidità e la fugacità del busto in resina color magenta. Il soggetto raffigurato - inventato dall’artista – fonde, nella sua natura androgina, maschile e femminile, fisico e virtuale, fragile e resistente, terrestre e cosmico.
Superando i limiti della rappresentazione, Chernakova crea la scultura Her (2019) in marmo rosa, che simbolizza eterna femminilità.
Completano la mostra la serie di ritratti femminili Blow-Up (2017-2019), concepita da Chernakova come replica di immagini archetipiche, che sembrano contemporaneamente realtà e invenzione, presenza e assenza. Evitando ogni connotazione temporale e specificità narrativa, ciascun dipinto rappresenta un singolo individuo che, nella sua totalità diventa un’unica singola personalità, un arcaico spaccato di esperienza umana, tale da creare una connessione empatica con chi le osserva.
Lo stretto legame di Chernakova con il sentimento della nostalgia si materializza nella bellissima e poetica immagine di un piccolo paio di sci per bambini, riprodotti in vetro, Saturdays (2019). Ricordo dell’artista che li usava da bambina nella città di Ekaterinburg dove è cresciuta, gli sci trasmettono, nella loro fragilità, il senso etereo e immateriale della memoria.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo illustrato, con un testo di Mike Watson.
Nataliya Chernakova (Ekaterinburg, Russia, 1990) dopo l’Accademia d’Arte e Architettura di Ekaterinburg, nel 2017 ha completato gli studi presso il Royal College of Art di Londra. Ha partecipato a varie mostre collettive, tra cui Cos’è l’arte, Galleria del Disegno, Mantova, a cura di Tommaso Trini; Machines of Loving Grace, performance event di Harold de Bree e Mike Watson, la parte di Jump into the Unknown, evento collaterale della 56.a Biennale di Venezia; Lost Senses, Guest Projects, Londra. La sua prima mostra personale est (Galleria Vatalaro, Milano, 2016) è stata accompagnata da un catalogo con testo critico di Tommaso Trini. Vive e lavora tra Milano e Venezia.
Le opere in mostra testimoniano l’abilità di Chernakova di muoversi liberamente tra stili e generi diversi, uniti insieme al suo interesse per le ambiguità e l’ambivalenza di immagine visiva e contenuto.
Parafrasando spesso cliché o iconografie consolidate, le opere sembrano a volte voler tenere il visitatore a distanza, invitandolo a intuire significati nascosti e a interrogarsi sulle domande lasciate in sospeso dal lavoro dell’artista. Nella serie Pelicans (2016-2019), Chernakova limita la sua palette selezionando con cura ogni sfumatura cromatica; il colore si libera da ogni riferimento narrativo, emanando attraverso varie tonalità di rosso una sensazione di calore. Forme organiche si intrecciano le une alle altre in un fluire dinamico e ritmico, che trasforma l’intero spazio pittorico del quadro. La tela si popola di immagini provocanti e indefinite, invitando lo spettatore a superare ciò che vede e a immergersi in una realtà che va oltre i confini del dipinto.
Superare i confini è una delle caratteristiche principali dell’opera di Chernakova; muovendosi tra percezione e ambiguità, l’universo creativo dell’artista include nel suo immaginario anche oggetti riconoscibili e quotidiani, reinterpretati attraverso variazioni di materiale e colore. “In questa serie, prendo un oggetto e attraverso i suoi significati artistici – sia esso una scultura, un dipinto o un’immagine in movimento – modifico l’impatto dell’oggetto nella coscienza del visitatore. La visione dell’oggetto iniziale è confusa e senza più importanza, l’oggetto ha ora una nuova storia e una nuova immagine”. In questo modo, l’immagine in movimento di un motore fuoribordo che ruota al ritmo della canzone preferita di Lolita ci ricorda in maniera molto sottile e delicata la dolce asprezza dell’adolescenza.
Due sculture Phoebe (2018-2019), collocate l’una di fronte all’altra, sono il fulcro della seconda sala dello spazio espositivo. Ritratti della stessa eroina sono state eseguite dall’artista mettendo in contrasto due tecniche diverse: l’una è stata creata “per sottrazione” in marmo, l’altra “per addizione” in resina. L’eterno biancore traslucido del marmo, unito alla brillantezza delle conchiglie che nei secoli hanno formato questo blocco, si confronta con l’acidità e la fugacità del busto in resina color magenta. Il soggetto raffigurato - inventato dall’artista – fonde, nella sua natura androgina, maschile e femminile, fisico e virtuale, fragile e resistente, terrestre e cosmico.
Superando i limiti della rappresentazione, Chernakova crea la scultura Her (2019) in marmo rosa, che simbolizza eterna femminilità.
Completano la mostra la serie di ritratti femminili Blow-Up (2017-2019), concepita da Chernakova come replica di immagini archetipiche, che sembrano contemporaneamente realtà e invenzione, presenza e assenza. Evitando ogni connotazione temporale e specificità narrativa, ciascun dipinto rappresenta un singolo individuo che, nella sua totalità diventa un’unica singola personalità, un arcaico spaccato di esperienza umana, tale da creare una connessione empatica con chi le osserva.
Lo stretto legame di Chernakova con il sentimento della nostalgia si materializza nella bellissima e poetica immagine di un piccolo paio di sci per bambini, riprodotti in vetro, Saturdays (2019). Ricordo dell’artista che li usava da bambina nella città di Ekaterinburg dove è cresciuta, gli sci trasmettono, nella loro fragilità, il senso etereo e immateriale della memoria.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo illustrato, con un testo di Mike Watson.
Nataliya Chernakova (Ekaterinburg, Russia, 1990) dopo l’Accademia d’Arte e Architettura di Ekaterinburg, nel 2017 ha completato gli studi presso il Royal College of Art di Londra. Ha partecipato a varie mostre collettive, tra cui Cos’è l’arte, Galleria del Disegno, Mantova, a cura di Tommaso Trini; Machines of Loving Grace, performance event di Harold de Bree e Mike Watson, la parte di Jump into the Unknown, evento collaterale della 56.a Biennale di Venezia; Lost Senses, Guest Projects, Londra. La sua prima mostra personale est (Galleria Vatalaro, Milano, 2016) è stata accompagnata da un catalogo con testo critico di Tommaso Trini. Vive e lavora tra Milano e Venezia.
09
maggio 2019
Nataliya Chernakova – Skiing Home
Dal 09 maggio al 03 novembre 2019
arte contemporanea
Location
SPAZIO NORBERT SALENBAUCH
Venezia, Calle Larga Ventidue Marzo (San Marco), 2382a, (Venezia)
Venezia, Calle Larga Ventidue Marzo (San Marco), 2382a, (Venezia)
Vernissage
9 Maggio 2019, h 17.30
Autore
Curatore