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Toni Buso – Opere degli anni ’90
Come nella più fedele delle iconografie infantili, prendono forma farfalle e trenini, colline e aquiloni, soli e lune, allegorie che giocano liberamente in un caleidoscopio di colori
Comunicato stampa
Segnala l'evento
È certamente la necessità di scrivere una storia, un racconto, che dà vita alle opere di Toni Buso. Come
nella più fedele delle iconografie infantili, prendono forma farfalle e trenini, colline e aquiloni, soli e
lune, allegorie che giocano liberamente in un caleidoscopio di colori. Proprio dall’incontro tra segno e
colore si sprigiona tutta “l’innocenza” creativa ed immaginativa di queste opere: le pennellate di colore
dense ed aeree sono legate tra loro da sottili fili come di palloncini, simboli grafici raccolti in una
struttura logica ben precisa e solo all’apparenza arbitraria. Forma, linea e colore sono indagati con
grande sapienza in tutte le loro relazioni, come lo è il rapporto tra la figura e la superficie che lo
circonda. Il controllo della tecnica è assoluto, tale da dare continuità tra segno e colore, scrittura e
pittura, elementi suddivisi nello spazio e pur tuttavia continui, che dialogano tra loro in perfetta
armonia, rincorrendosi su sterminati campi immacolati. Questo prorompente bianco assume grande
importanza sulla tela, acquistando quasi fisicità, sfondo su cui fluiscono le idee nel loro sviluppo e in cui
vengono orchestrate in un’unica sinfonia costellazioni colorate di geometrie cromatiche che prendono
vita. Sono proprio queste spirali, cerchi e labirinti a disegnare un processo in continuo divenire: ogni
opera è in costante trasformazione e la combinazione di soluzioni segniche e colore diventa vita,
esperienza, movimento che oltrepassa i limiti della bidimensionalità della tela. La freschezza simbolica
e la libertà coloristica tipica della pittura dei bambini superano i limiti dello spazio concesso e
delineano un mondo di forme, che rappresenta non tanto la realtà qual è, ma piuttosto l’illusione
fantastica di tale realtà. In questa poetica dell’immediatezza quanto dell’inconscio, ogni simbolo, ogni
immagine allude e richiama altro, e l’artista, facendosi esso stesso bambino nell’atto pittorico, ci
permette di accedere a regioni dell’animo profonde. Con una pittura fresca, libera e spontanea, quanto
peraltro attualissima nella sua sensibilità, il mondo fanciullesco di Buso ci rivela un paesaggio interiore,
l’incontro tra visibile e invisibile e questo personalissimo alfabeto di ricordi ci riporta all’essenza stessa,
all’idea stessa di pittura: nessuna retorica, solo vita.
Francesca Gualandi
TONI BUSO è nato nel 1954 a Treviso dove vive e lavora. Frequenta a Venezia il liceo artistico e
l'Accademia di Belle Arti diplomandosi con Alberto Viani. Dal 1982 al 1986 partecipa alle collettive
dell'Opera Bevilacqua La Masa a Venezia ricevendo per quattro volte il premio per la pittura. In
parallelo alla pittura si è dedicato all'animazione teatrale nelle scuole e nei quartieri, poi all'attività di
insegnante nelle scuole pubbliche. Sue opere si trovano in collezioni private e pubbliche in particolare
nell'Archivio del Museo d'Arte Moderna di Cà Pesaro a Venezia, nei Musei Civici di Treviso, nel Museo
d'Arte Moderna di Teolo (Padova), nel Museo d'Arte Moderna della città di Conegliano(Treviso). Delle
numerose personali da ricordare, quelle alla Galleria Civica d'Arte Moderna di Palazzo Diamanti a
Ferrara nel 1987, alla Galleria di Chamalières in Francia nel 1992, alla Casa dei Carraresi di Treviso nel
2004, al Museo Nazionale Villa Pisani a Stra(Venezia) nel 2008.
Tra le mostre collettive cui ha partecipato, da segnalare quelle alla X^ Quadriennale Nazionale d'Arte di
Roma, alle rassegne al Museo Pushkin di Mosca, alla Galleria d'Arte Moderna di Alma Ata Kazakistan, al
Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo, al Museo dell'Immagine e del Suono di San Paolo del Brasile,
alla Triennale Mondiale della Grafica di piccolo formato di Chamalières (Francia), alle rassegne a
Strasbourg (Francia) e Stavanger (Norvegia). In passato ha collaborato con l'Associazione “Le Venezie”
diretta dallo storico dell'arte Luigina Bortolatto e dal filosofo Dino Formaggio. Attualmente collabora
con le Associazioni “ Proteo Fare e Sapere” e “Il Cerchio di Ipazia Mens & Ars & Cultura”.
nella più fedele delle iconografie infantili, prendono forma farfalle e trenini, colline e aquiloni, soli e
lune, allegorie che giocano liberamente in un caleidoscopio di colori. Proprio dall’incontro tra segno e
colore si sprigiona tutta “l’innocenza” creativa ed immaginativa di queste opere: le pennellate di colore
dense ed aeree sono legate tra loro da sottili fili come di palloncini, simboli grafici raccolti in una
struttura logica ben precisa e solo all’apparenza arbitraria. Forma, linea e colore sono indagati con
grande sapienza in tutte le loro relazioni, come lo è il rapporto tra la figura e la superficie che lo
circonda. Il controllo della tecnica è assoluto, tale da dare continuità tra segno e colore, scrittura e
pittura, elementi suddivisi nello spazio e pur tuttavia continui, che dialogano tra loro in perfetta
armonia, rincorrendosi su sterminati campi immacolati. Questo prorompente bianco assume grande
importanza sulla tela, acquistando quasi fisicità, sfondo su cui fluiscono le idee nel loro sviluppo e in cui
vengono orchestrate in un’unica sinfonia costellazioni colorate di geometrie cromatiche che prendono
vita. Sono proprio queste spirali, cerchi e labirinti a disegnare un processo in continuo divenire: ogni
opera è in costante trasformazione e la combinazione di soluzioni segniche e colore diventa vita,
esperienza, movimento che oltrepassa i limiti della bidimensionalità della tela. La freschezza simbolica
e la libertà coloristica tipica della pittura dei bambini superano i limiti dello spazio concesso e
delineano un mondo di forme, che rappresenta non tanto la realtà qual è, ma piuttosto l’illusione
fantastica di tale realtà. In questa poetica dell’immediatezza quanto dell’inconscio, ogni simbolo, ogni
immagine allude e richiama altro, e l’artista, facendosi esso stesso bambino nell’atto pittorico, ci
permette di accedere a regioni dell’animo profonde. Con una pittura fresca, libera e spontanea, quanto
peraltro attualissima nella sua sensibilità, il mondo fanciullesco di Buso ci rivela un paesaggio interiore,
l’incontro tra visibile e invisibile e questo personalissimo alfabeto di ricordi ci riporta all’essenza stessa,
all’idea stessa di pittura: nessuna retorica, solo vita.
Francesca Gualandi
TONI BUSO è nato nel 1954 a Treviso dove vive e lavora. Frequenta a Venezia il liceo artistico e
l'Accademia di Belle Arti diplomandosi con Alberto Viani. Dal 1982 al 1986 partecipa alle collettive
dell'Opera Bevilacqua La Masa a Venezia ricevendo per quattro volte il premio per la pittura. In
parallelo alla pittura si è dedicato all'animazione teatrale nelle scuole e nei quartieri, poi all'attività di
insegnante nelle scuole pubbliche. Sue opere si trovano in collezioni private e pubbliche in particolare
nell'Archivio del Museo d'Arte Moderna di Cà Pesaro a Venezia, nei Musei Civici di Treviso, nel Museo
d'Arte Moderna di Teolo (Padova), nel Museo d'Arte Moderna della città di Conegliano(Treviso). Delle
numerose personali da ricordare, quelle alla Galleria Civica d'Arte Moderna di Palazzo Diamanti a
Ferrara nel 1987, alla Galleria di Chamalières in Francia nel 1992, alla Casa dei Carraresi di Treviso nel
2004, al Museo Nazionale Villa Pisani a Stra(Venezia) nel 2008.
Tra le mostre collettive cui ha partecipato, da segnalare quelle alla X^ Quadriennale Nazionale d'Arte di
Roma, alle rassegne al Museo Pushkin di Mosca, alla Galleria d'Arte Moderna di Alma Ata Kazakistan, al
Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo, al Museo dell'Immagine e del Suono di San Paolo del Brasile,
alla Triennale Mondiale della Grafica di piccolo formato di Chamalières (Francia), alle rassegne a
Strasbourg (Francia) e Stavanger (Norvegia). In passato ha collaborato con l'Associazione “Le Venezie”
diretta dallo storico dell'arte Luigina Bortolatto e dal filosofo Dino Formaggio. Attualmente collabora
con le Associazioni “ Proteo Fare e Sapere” e “Il Cerchio di Ipazia Mens & Ars & Cultura”.
04
maggio 2019
Toni Buso – Opere degli anni ’90
Dal 04 al 25 maggio 2019
arte contemporanea
Location
SGALLARI ARTE
Bologna, Galleria Falcone e Borsellino, 3/f, (Bologna)
Bologna, Galleria Falcone e Borsellino, 3/f, (Bologna)
Orario di apertura
Lun - Sab 10.00-13.00 /16.00-19.30
giovedì pomeriggio e domenica su appuntamento
Vernissage
4 Maggio 2019, ore 18
Autore