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L’artista e attivista australiano George Gittoes è stato insignito del Sidney Peace Prize 2015 per «Il suo coraggio nel testimoniare la violenza nelle zone di guerra di tutto il mondo», come affermato dalla giuria del premio. Per 45 anni Gittoes ha usato la pittura, la fotografia e il cinema come mezzo per raccontare le esperienze vissute in aree colpite dalla guerra, avendo coperto tutti i maggiori conflitti dai tempi del Vietnam, in Africa, Asia, Medio Oriente e Europa.
Il sessantacinquenne di Sidney ha sempre sostenuto la necessità per un artista di essere sul campo, interessandosi a tutti i tipi di conflitti, da quelli più esotici e lontani a quelli più vicini che affliggono la società moderna. Rampage, il suo ultimo film, racconta per esempio la difficile situazione del quartiere Brownsville Subdivision di Miami, flagellato dalla criminalità tipicamente presente in tante metropoli nordamericane.
David Hirsh, della Sidney Peace Foundation, ha affermato di aver premiato, oltre il valore artistico del lavoro di Gittoes, anche la sua audacia e irriverenza, caratteristiche comuni alla maggior parte degli australiani, sulle quali si fonda la pace e la giustizia sociale auspicate dall’artista.
Gittoes ha affermato che si recherà presto a Jalalabad, in Afghanistan, per seguire un collettivo di artisti locali, dimostrando di non avere nessuna intenzione di andare in pensione. Pur non sentendosi allo stesso livello dei precedenti vincitori del Sidney Peace Prize, Gittoes si è detto molto contento di aver fatto vincere il premio a un artista: in quanto comunicatori e creativi gli artisti possono fare molto per la pace perché, come ha sempre sostenuto l’artista «La creatività è l’opposto della guerra». (Giulia Testa)