25 maggio 2015

Errori di valutazione

 
Le nozze gay approvate in Irlanda hanno aperto una frattura profonda anche, e soprattutto, nel mondo cattolico. Con una sorta di “ammissione di colpa” anche da parte delle massime autorità. Dunque, che facciamo, Italia?

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Per alcune leggi, in Italia, è sempre tempo. Per altre il tempo non è mai arrivato, scavalcate di continuo da altre “priorità”. Se le unioni civili (non stiamo parlando di matrimonio) non vi sembrano materia urgente di discussione nel nostro Paese – visto che ormai siamo rimasti decisamente in quattro gatti, in tutta Europa, a non avere una legislatura idonea per le coppie di fatto – allora potete cambiare pagina.
Noi invece vorremmo cercare di riflettere un po’ sull’argomento, visto che anche gli alti prelati irlandesi si sono accorti di aver fatto, almeno recentemente, qualche errore di valutazione in base al “sentire comune”.
Tanto per cominciare l’arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin, ha dichiarato: «La Chiesa faccia i conti con la realtà. Ci dobbiamo fermare, guardare ai fatti e metterci in ascolto dei giovani». Grazie, dopo millenni di buio e dopo l’indicazione data nei giorni scorsi (Andate a votare seguendo i principi della famiglia tradizionale), una sonora sberla è arrivata anche da queste parti. E visto che di porgere l’altra guancia in questi casi non se ne parla, ecco che si cerca il dialogo.  
Per cercare di essere parte di quella che è una vera e propria rivoluzione culturale in un Paese cattolico quanto l’Italia, che la botta irlandese ha fatto sussultare. 
Una schiera di politici, infatti, negli ultimi due giorni ha preso parte al dibattito, con il Premier Matteo Renzi che ha dichiarato che una legge non si può più aspettare, mentre addirittura il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano ha dichiarato un «Sì alle unioni civili, al riconoscimento dei diritti delle persone con un rafforzamento patrimoniale di questi diritti – cercando di parare il colpo poi con un – No alla equiparazione al matrimonio, alla reversibilità della pensione, alle adozioni». Di meglio non potevamo aspettarci, ma è già un passo avanti, mentre Avvenire ancora confonde le acque tra omosessualità e pedofilia, come se lo scandalo che travolse la chiesa irlandese sia stata parte integrante della disfatta (per loro) del referendum. 
Insomma i “Tempi”, come il nome di un altro settimanale italiano di stampo molto più che cattolico, sono maturi per una “rivoluzione”: non tanto perché – come ha dichiarato il deputato di Forza Italia Mara Carfagna – «Le coppie gay sono un fenomeno diffuso», ma perché sono la “normalità” in un’Europa e in un mondo civile che si possa definire tale. E se lo dice anche l’Arcivescovo! (MB)

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