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C’era un italiano, un francese e un tedesco. Pino Pinelli (Catania, 1938), Claude Viallat (Nimes, 1936) e Ulrich Erben (Düsseldorf, 1940), tre artisti che a parte essere attori dell’astrazione analitica non hanno molto altro in comune, anche perché la loro iscrizione ai ranghi di una visione radicale della pittura in ogni sua componente è ben poco uniforme. Motivo per cui un evento che li unisca sotto lo stesso tetto sarà ancor più interessante.
Curata da Dominique Stella, “La pittura in sé” è una selezione di lavori spalmati in un arco temporale compreso tra gli anni Settanta e Duemila; funzionale a sbrogliare tre differenti percorsi pittorici e pure a far intuire come aver inquadrato in questi un certo tipo di ricerca non abbia rappresentato mai uno schema omologativo-limitativo, legandosi ad una ferrea libertà geometrica in Pinelli, al pattern formale su supporti/tessuti di recupero in Viallat, al razionalismo strutturale con apici di selezionato espressionismo in Erben. Una mostra su tre registri, come tre antologiche pocket diluite l’una nell’altra in parti uguali, con equilibrio, rendendo il giusto peso alle evoluzioni tecnico-individuali per far emergere quei punti di contatto in cui tre diversi linguaggi riescono ad essere coincidenti. O ancor più specifici.
Anni Settanta, Italia versus Germania, quando Pinelli ed Erben adottano il binomio monocromia-geometria con un asservimento totale. Li si ritrova uno a fianco all’altro, il primo in un blu dove c’è vita evidenziata (ma non troppo) nella monocromia mappata da zone luminose e più intense, una sorta di superficie ombreggiata alla Renoir e incorniciata da un perimetro lineare tono su tono. Il secondo con una bella tela in cui la compattezza invadente della gradazione neutra viene traversata da tre ampie strisce definite a grafite, contenti colore appena più chiaro e soprattutto steso nervosamente, in quasi libertà. Confronto immediato e ben pensato, con una vocazione per il colore similare in mezzo punti di divergenza che portano Pinelli a presentarsi più dinamicamente cromatico-kleiniano, ed Erben ad essere piuttosto acromatico-manzoniano, ma coerente razionalizzatore di quella smania per l’estroflessione tipica dell’artista lombardo al tempo degli Achrome.
Trascorsi gli anni cambia tutto sommato poco Erben, che era e resta germanico fino al midollo, comunque dopo aver passato i Novanta a riempire di colore fogli con un metodo a tratti espressionista tutto sommato poco in quota “astrazione analitica”. Tant’è vero che i Duemila vedono radicalizzarsi la sua vocazione cromatico-geometrica in grandi tele in cui due rettangoli colorati sono sovrascritti con precisione, attentissima anche a rendere le sfumature più minime, per effetti di dinamismo percettivo che partono da Josef Albers per arrivare ai più recenti Coma Paintings dei nostrani Vedovamazzei. Chi cambia nettamente semmai è Pinelli, già da tempo uscito dalla tela e interessato a creare forme plastiche (sparse nelle sale con un libertà onorevole) che poco sanno di pittura e piuttosto intessono l’onere formale-regolare degli inizi con la libertà di trattare le superfici in modo sempre meno prestabilito, giocando costantemente sull’assorbenza cromatica del loro rivestimento, dalla pelle di daino al feltro.
Non ce lo siamo dimenticato, è che rappresenta il cane sciolto del gruppo. Viallat, di lui non una tela, solo tanti pezzi in stoffa irregolari recuperati in ogni dove, col peso dell’influenza statunitense di Rauschenberg nel leggero lenzuolo colorato a spugna in rosso e blu, producendo un motivo fisso e geometricamente irregolare non distante dalle forme plastico-libere pinelliane. Lo stesso motivo che nel 1990 arricchisce una specie di tovaglia stampa cachemire, ma qui già trasformatosi in accezione molto più decorativa, pur fondamentalmente immutato. Ancora non avulso a certi risultati di Pinelli, e sempre lontano anni luce da quelli di Erben.
Andrea Rossetti
mostra visitata il 6 maggio 2015
Dal 18 aprile al 12 giugno 2015
La pittura in sé
Abc Arte
Via XX Settembre 11a – (16121) Genova
Orari: da lunedì a venerdì, ore 9.30 -18.30; sabato su appuntamento
Info: +39 010 8683884; info@abc-arte.com; www.abc-arte.com