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Un atto vandalico rivolto non solo a un’opera d’arte ma alla memoria collettiva e alla storia, quello perpetrato, nella notte tra il 28 e il 29 maggio, in via della Reginella 10, nell’antico Ghetto Ebraico Roma. Qualcuno ha attacco una scritta in tedesco, una minaccia nemmeno tanto velata, “L’assassino torna sempre sul luogo del delitto”, su una delle Pietre di Inciampo in ottone poste dall’artista tedesco Gunter Demnig su marciapiedi e strade di tutta Europa, per ricordare le vittime della barbarie nazista. La settimana scorsa, centinaia di studenti si erano mobilitati per lucidare le 288 pietre d’inciampo distribuite nei diversi municipi della Capitale, in occasione di “Spolverare la memoria” iniziativa promossa dall’Ambasciata tedesca e dall’Associazione Arte in memoria. Ma, evidentemente, a qualcuno la cosa non deve essere andata giù.
L’episodio segue di pochi giorni un altro atto vergognoso, accaduto a Vienna. Nel quartiere del Ring, pieno centro della città austriaca, ignoti hanno sfregiato con svastiche e scritte antisemite e xenofobe le grandi fotografie di Luigi Toscano, esposte da maggio per commemorare le vittime della Shoah.
Inoltre, già a luglio 2018, fu la stessa Adachiara Zevi, presidente dell’associazione Arte in memoria, a essere minacciata tramite una lettera anonima.