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Arriva al Van Gogh Museum di Amsterdam, la lettera inviata da Vincent Van Gogh al celebre critico d’arte George-Albert Aurier – noto soprattutto per il suo contributo dato al dibattito circa la nascita del Simbolismo – scritta il 9 o il 10 febbraio 1890, pochi mesi prima della sua morte, avvenuta all’età di 37 anni, nel corso della permanenza nel manicomio alla periferia di Saint-Rémy-de-Provence.
«Riscopriamo le mie tele nel tuo articolo, anche se meglio di quanto siano realmente. Grazie alla tua scrittura le mie tele appaiono più ricche e più significative», scriveva Van Gogh nella lettera, ancora mai esposta, nella quale si trovano anche molti riferimenti a coloro che avevano ispirato l’artista e disseminato luce nel suo animo devastato dai dispiaceri.
Dopo essersela assicurata in un’asta il mese scorso, ricevendo dal magnate Cheung Chung-Kiu e da sua moglie una donazione per coprire l’intero prezzo di 107.900 euro, il Museo olandese è finalmente riuscito a mostrare la lettera al grande pubblico. La lettera era stata acquistata nel 2007 dalla società Aristophil, il più grande acquirente al mondo di manoscritti storici. Ma è stato solo dopo l’arresto per frode del fondatore della società, Gérard Lhéritier, noto come “l’uomo che trasforma la carta in oro”, che l’ambito scritto di Van Gogh è emerso ufficialmente sul mercato, a Parigi. Un colpo di fortuna per il Museo di Amsterdam.
«La cosa grandiosa è che, per quanto ne sappiamo, non è mai stata mostrata al grande pubblico. Il contenuto della lettera è prezioso e commovente», ha detto il curatore della sezione di stampe e disegni del museo, Fleur Roos Rosa de Carvalho.
Insomma, Vincent Van Gogh non smette di entusiasmare e, nonostante la sua pennellata violenta e aggressiva, riesce a trasmettere delicatezza ed eleganza, anche su lettera. (Carlotta Casolaro)