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Özlem Altin – Lens
Özlem Altin crea a Merano Arte una sequenza suggestiva di disegni, dipinti e fotografie ispirandosi alla leggenda del lago di Carezza. Il lago è usato come metafora del confine permeabile tra realtà e immaginazione, tra mondo esterno e psiche.
Comunicato stampa
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Durante la primavera l'artista tedesca Özlem Altin ha trascorso a Merano un soggiorno di due settimane, durante le quali, ispirata dalla leggenda del Lago di Carezza, ha sviluppato la sua mostra per KUNST MERAN MERANO ARTE.
In questo celebre piccolo lago di montagna nelle Dolomiti Occidentali, viveva un tempo una bellissima ondina della quale si innamorò uno stregone. Vedendo il suo sentimento non corrisposto, egli cercò di sedurre la splendida creatura creando un grande arcobaleno fatto di gioielli, che si estendeva dal Catinaccio al Latemar. Quando l’ondina scoprì che dietro una simile creazione c’era la mano dello stregone, scomparve nel lago per sempre. Accecato dalla rabbia, l’innamorato distrusse l'arcobaleno, gettandone i frantumi nelle acque del lago. In questo frangente il lago di Carezza assunse il suo colore unico e scintillante e, probabilmente, anche il suo magico e sempre vivo fascino.
Ispirata da questa storia, Özlem Altin mette in scena al primo piano del Kunsthaus una suggestiva sequenza di immagini: disegni, dipinti e fotografie raccolti anche durante il suo soggiorno meranese. Così facendo, Altin esplora il primordiale bisogno umano di spiegare la realtà circostante e di darle un senso, anche con l'aiuto di storie e leggende.
Il lago, quello di Carezza in questo caso, è utilizzato dall'artista come metafora del confine permeabile tra realtà e immaginazione, tra mondo esterno e psiche. La superficie dell'acqua diventa così una membrana, una lente che permette o rispecchia le intuizioni tra e dei due mondi.
Özlem Altin attinge alla sua vasta collezione di immagini, fotografie e testi di propria creazione, modificandoli, ridisegnandoli, ritagliandoli, ricombinandoli e impiegandoli nella composizione di una narrazione intuitiva che si dipana nello spazio espositivo.
Il corpo, la sua gestualità e le sue pose sono temi centrali nel suo lavoro. Per l'artista "il corpo è un mezzo per trasferire conoscenza, esperienza, un mezzo per comunicare e scambiare" (Reinhard Braun, camera austria, 2017).
A Merano, Altin darà forma ad una mostra che, come in un lago, come in un biotopo, vedrà creature sorgere, prendere forma, svilupparsi e trasformarsi. Ci saranno ondine e altre figure mitologiche che faranno la loro comparsa come nuove forme ed immagini emergono costantemente nella psiche umana.
Nei suoi dipinti Özlem Altin fa apparire frammenti corporei, animali acquatici e sirene in composizioni sempre nuove, unite da pennellate ritmiche e ondulate, permettendo al pubblico di immergersi, attraverso la superficie liscia e limpida del lago, nelle sue imperscrutabili profondità.
In questo celebre piccolo lago di montagna nelle Dolomiti Occidentali, viveva un tempo una bellissima ondina della quale si innamorò uno stregone. Vedendo il suo sentimento non corrisposto, egli cercò di sedurre la splendida creatura creando un grande arcobaleno fatto di gioielli, che si estendeva dal Catinaccio al Latemar. Quando l’ondina scoprì che dietro una simile creazione c’era la mano dello stregone, scomparve nel lago per sempre. Accecato dalla rabbia, l’innamorato distrusse l'arcobaleno, gettandone i frantumi nelle acque del lago. In questo frangente il lago di Carezza assunse il suo colore unico e scintillante e, probabilmente, anche il suo magico e sempre vivo fascino.
Ispirata da questa storia, Özlem Altin mette in scena al primo piano del Kunsthaus una suggestiva sequenza di immagini: disegni, dipinti e fotografie raccolti anche durante il suo soggiorno meranese. Così facendo, Altin esplora il primordiale bisogno umano di spiegare la realtà circostante e di darle un senso, anche con l'aiuto di storie e leggende.
Il lago, quello di Carezza in questo caso, è utilizzato dall'artista come metafora del confine permeabile tra realtà e immaginazione, tra mondo esterno e psiche. La superficie dell'acqua diventa così una membrana, una lente che permette o rispecchia le intuizioni tra e dei due mondi.
Özlem Altin attinge alla sua vasta collezione di immagini, fotografie e testi di propria creazione, modificandoli, ridisegnandoli, ritagliandoli, ricombinandoli e impiegandoli nella composizione di una narrazione intuitiva che si dipana nello spazio espositivo.
Il corpo, la sua gestualità e le sue pose sono temi centrali nel suo lavoro. Per l'artista "il corpo è un mezzo per trasferire conoscenza, esperienza, un mezzo per comunicare e scambiare" (Reinhard Braun, camera austria, 2017).
A Merano, Altin darà forma ad una mostra che, come in un lago, come in un biotopo, vedrà creature sorgere, prendere forma, svilupparsi e trasformarsi. Ci saranno ondine e altre figure mitologiche che faranno la loro comparsa come nuove forme ed immagini emergono costantemente nella psiche umana.
Nei suoi dipinti Özlem Altin fa apparire frammenti corporei, animali acquatici e sirene in composizioni sempre nuove, unite da pennellate ritmiche e ondulate, permettendo al pubblico di immergersi, attraverso la superficie liscia e limpida del lago, nelle sue imperscrutabili profondità.
28
giugno 2019
Özlem Altin – Lens
Dal 28 giugno al 22 settembre 2019
arte contemporanea
Location
KUNST MERAN/O ARTE
Merano, Via Portici, 163, (Bolzano)
Merano, Via Portici, 163, (Bolzano)
Biglietti
intero € 6,00; Ridotto (Over 65, guestcard..) € 5,00; Studenti fino a 26 anni € 2,00; Bambini fino a 14 anni: gratuito.
Orario di apertura
da martedì a sabato: 10 - 18
domenica e festivi: 11 - 18
Lunedì chiuso
Vernissage
28 Giugno 2019, ore 19.00
Autore
Curatore