12 giugno 2015

Bastardi senza gloria

 
Un'indagine interna delle Nazioni Unite potrebbe rivelare, tra qualche giorno, che diverse centinaia di casi i Caschi Blu hanno ricattato le popolazioni “aiutate” in cambio di prestazioni sessuali. Un'altra barriera che cade: quella di una ormai davvero presunta “etica umanitaria”

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Che dire? Non facciamo la morale perché ci piace brontolare o il piagnisteo, anzi. Ma credevamo che l’epoca dei “figli dei soldati” fosse finita, almeno per quanto riguarda le cosiddette “missioni umanitarie”. Che in realtà, se in questo caso saranno confermate le accuse, fanno rima solo con l’umanità fragile delle popolazioni “aiutate”, e vendutesi ai soldati in cambio di cibo, denaro o oggetti preziosi, dai cellulari ai profumi. Eh già, le cose si fanno sempre in due, ma che dignità possiamo dare oggi, 2015, ad un uomo che compra una donna in cambio di una razione di qualche piatto? Se poi ci aggiungiamo che il soldato in questione è un “Casco blu” dell’ONU la questione si fa ancora più squallida. 
Secondo un rapporto interno del Palazzo di Vetro, infatti, i militari avrebbero commesso “in modo abituale” abusi nei Paesi in cui sono stati schierati, raccogliendo qualcosa come 480 denunce in un periodo compreso fra il 2008 e il 2013 nelle aree della Repubblica Democratica del Congo, in Liberia, in gran parte ad Haiti e Sudan, e in un terzo dei casi sarebbero state coinvolte minorenni. 
Poco c’è da dire, se non appunto che c’era la speranza che almeno gli stipendiati dell’ONU potessero fare il loro lavoro e un po’ meno un lavoro sporco. Ma evidentemente laddove regna il disordine, il caos, la povertà e la fame, l’occasione fa ancora l’uomo particolarmente ladro e avido. Anche se magari dall’altra parte dell’Atlantico c’è una bella famigliola che aspetta in fotografia. Avremmo capito gli stupri dei ribelli, avremmo capito le violenze delle popolazioni in lotta tra loro, Boko-Haram o l’IS. Più difficile capire, nonostante la storia ci smentisca, l’America (e non solo) che ancora fa leva sulla disperazione e la “disponibilità” dei più poveri a vendersi per un pezzetto di capitale. A volte forse ben felici di farlo, a volte forse pure insistenti, a volte pure accondiscendenti. Ma ricominciando e alimentando un ciclo “coloniale” infinito, di sottomissione e schiavitù. (MB)

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