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Wings
La mostra indaga il concetto e l’idea della libertà artistica, introducendo possibili forme e espressioni in un dialogo tra scultura, pittura e fotografia. Un’idea che è evocata da simbolismi e immagini iconiche rinchiuse in contenitori oggettivi o linguistici.
Comunicato stampa
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La mostra indaga il concetto e l’idea della libertà artistica, introducendo possibili forme e espressioni in un dialogo tra scultura, pittura e fotografia. Un’idea che è evocata da simbolismi e immagini iconiche rinchiuse in contenitori oggettivi o linguistici. Se le ali di Daniele Accossato rimandano inevitabilmente a un’esperienza di libertà, la stessa è negata dal suo contenitore che le chiude all’interno di una gabbia di legno. Un ragionamento, quello dell’artista che agisce sull’esposizione dell’opera come dispositivo, che ne restringe i confini in uno spazio fisico, innescando una riflessione intorno al concetto di libertà e all’oggetto come merce. Gabbie significanti e semantici sono, invece, i soggetti estetici di Pietro Mancini, che usa il mezzo fotografico come fosse materiale scultoreo. Procede per stratificazione di un innumerevole nucleo di segni, geometrie e figure, congelando le immagini in installazioni e light box. Il rigore e il simbolismo delle sue composizioni, bloccano le scene in porzioni spazio-temporali che diventano testi da leggere e da interpretare.
La precarietà delle immagini è invece rivelata da Giusto Pilan. Presenze delicate segnano i confini di forme in divenire, che sembrano tracciarne le stesse origini. Riprese da un mondo umano e vegetale, come le ali in catrame e cera, sono rese con pennellate di colore, profili di ferro, in cui le sagome emergono come da una dimensione atemporale. Ma il gesto è disinvolto anche nel figurativismo di Gabriele Colletto. Un lavoro pittorico, svincolato da schemi e regole, in cui i ritratti si manifestano nel percorso della loro esecuzione. Impasti cromatici vigorosi restituiscono corpi, spesso colti nella loro nudità, tra approssimazioni visive e omissioni estetiche, con volti celati, che segnano un nuovo immaginario possibile.
Il reale è l’archivio a cui attingere attraverso combinazioni e collage pittorici. La pittura per Maurizio Pometti è il luogo della memoria famigliare, ricostruita attraverso album personali in cui colloca un illusorio presente, di cui fa parte l’artista stesso. Scegliendo di dipingere ricordi mai vissuti, le sue opere sono sezioni di un ingannevole diario, nel tentativo di modellare una realtà esistenziale desiderata. Andrea Gallo recupera i suoi soggetti da archivi pubblici e privati con cui costruisce ricomposizioni visive. Corpi ritratti in azioni conturbanti, scene ludiche popolate da animali colorati, insoliti ritratti di famiglia, oggetti di vario genere e epoche storiche diverse, alimentano narrazioni surreali pronti a destabilizzare lo spettatore.
La precarietà delle immagini è invece rivelata da Giusto Pilan. Presenze delicate segnano i confini di forme in divenire, che sembrano tracciarne le stesse origini. Riprese da un mondo umano e vegetale, come le ali in catrame e cera, sono rese con pennellate di colore, profili di ferro, in cui le sagome emergono come da una dimensione atemporale. Ma il gesto è disinvolto anche nel figurativismo di Gabriele Colletto. Un lavoro pittorico, svincolato da schemi e regole, in cui i ritratti si manifestano nel percorso della loro esecuzione. Impasti cromatici vigorosi restituiscono corpi, spesso colti nella loro nudità, tra approssimazioni visive e omissioni estetiche, con volti celati, che segnano un nuovo immaginario possibile.
Il reale è l’archivio a cui attingere attraverso combinazioni e collage pittorici. La pittura per Maurizio Pometti è il luogo della memoria famigliare, ricostruita attraverso album personali in cui colloca un illusorio presente, di cui fa parte l’artista stesso. Scegliendo di dipingere ricordi mai vissuti, le sue opere sono sezioni di un ingannevole diario, nel tentativo di modellare una realtà esistenziale desiderata. Andrea Gallo recupera i suoi soggetti da archivi pubblici e privati con cui costruisce ricomposizioni visive. Corpi ritratti in azioni conturbanti, scene ludiche popolate da animali colorati, insoliti ritratti di famiglia, oggetti di vario genere e epoche storiche diverse, alimentano narrazioni surreali pronti a destabilizzare lo spettatore.
20
giugno 2019
Wings
Dal 20 giugno al 20 luglio 2019
arte contemporanea
Location
ISORROPIA HOMEGALLERY
Milano, Viale Beatrice d’ Este, 22, (Milano)
Milano, Viale Beatrice d’ Este, 22, (Milano)
Orario di apertura
su appuntamento: info@isorropiahomegallery.com
Vernissage
20 Giugno 2019, ore 19,30 - 22,00
Autore