15 giugno 2015

Piano di attacco

 
Paese di emergenze mai finite, l'Italia. Ora è il problema dei migranti. Vanno accolti, vanno tutelati, e allo stesso tempo dal basso aumentano le polemiche. Esistono possibili piani di attacco per arginare questo nuovo esodo, o è il cas di inventare nuove strategie, anche umanitarie?

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Il Ministro Angelino Alfano ha dichiarato che l’Europa deve essere generosa con l’Italia, rispetto al problema dei migranti. Giuliano Pisapia, sindaco di Milano, di fronte a questa storia (con la città “invasa” da bivacchi in Stazione Centrale e lungo i giardini dei Bastoni) sembra aver perso il suo fair play: ad un cronista di Sky ha risposto: «Li ospitate voi nei vostri studi?».
Insomma una questione spinosissima, e in qualche modo nuova, nonostante l’Italia sia da anni terra di immigrati. Forse proprio memori di queste vicende si sono innescate una serie di crisi diplomatiche, o quasi, tra il nostro Paese e i vicini francesi – che pareva ieri avessero chiuso le frontiere a Ventimiglia: all’atto pratico, invece, i nostri vicini respingono gli irregolari, come fa anche la Svizzera e la Germania . E il pensiero comune, dal basso, è che gli Stati più forti rispediscano tutto al mittente, primo Paese della risalita verso il nord dei migranti che, secondo il patto di Dublino, ha il dovere di farsi carico dei richiedenti asilo.
Il problema a monte, ovviamente, è che tutti gli sbarcati sono irregolari. E come potrebbe essere altrimenti? E se non venissero da aree in vera difficoltà, non sarebbero forse rimasti “a casa loro”? Demagogia.
Il governatore della Lombardia chiede di fermare tutti in Libia, invocando l’aiuto dei Caschi blu (come se fossero una garanzia!), la cronaca nera con la più bieca politica confonde le acque e quello che appare evidente è che la situazione stia sfuggendo ancora una volta di mano a chi di dovere, impegnato a progettare restauri inutili, lunghi e costosi, piuttosto che pensare a una qualsiasi tensostruttura dove mettere temporaneamente e i rifugiati. 
La verità, insomma, è che poche centinaia di disperati dai pochi diritti, se non quello alla vita, e zeppi di problemi che vanno da quelli sanitari ai burocratici, stanno mettendo in crisi un intero sistema. 
Eppure, stando alle dichiarazioni di Alfano, esisterebbe un piano B, ma non è dato saperlo, almeno per ora. «La comunità internazionale ha bombardato la Libia ed ora la comunità internazionale si deve far carico del problema. Diciamo “No” a un numero fisso di migranti da distribuire, ma serve un meccanismo automatico per distribuirli in Europa quando arrivano qui», sono state le parole del Ministro.
Insomma, verrebbe da dire “mal comune mezzo gaudio”, se non si trattasse dell’ennesimo problema umanitario. Di idee di inserimento, educazione, nuova forza lavoro non parliamo nemmeno: la “crisi” è un altro problema insuperabile, chissà ancora per quanto. (MB)

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