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Fino al 6 settembre Bologna ospita nel polo multifunzionale della Fondazione MAST l’esposizione fotografica “Industria Oggi – Fotografie Contemporanee dalla Collezione Mast”, curata da Urs Stahel.
La mostra s’inserisce nel solco tracciato già dallo scorso anno dall’entourage dell’imprenditrice Isabella Seràgnoli volto alla promozione della fotografia industriale come mezzo per una conoscenza consapevole del mondo della produzione dalle origini ad oggi.
Abbandonate le stanze d’epoca fordista e le intuizioni di metà Novecento che le ultime mostre avevano presentato, quella in corso tenta invece di fornire uno spaccato dell’evoluzione dell’industria contemporanea, utilizzando il mezzo fotografico come lente privilegiata attraverso la quale cogliere l’esigenza dell’industria moderna di presentarsi al mondo.
Un nucleo di scatti proveniente dalla collezione privata della Fondazione compongono la mostra che presenta opere di Edward Burtynsky, Ariel Caine, Stephane Couturier, Ad van Denderen, Mitch Epstein, Simon Faithfull Vincent Fournier, Peter Fraser, Jim Goldberg, Brian Griffin, Jacqueline Hassink, Miyako Ishiuchi, Richard Learoyd, Vera Lutter, Trevor Paglen, Sebastião Salgado, Allan Sekula, Bruno Serralongue, Henrik Spohler, Thomas Struth, Hiroshi Sugimoto, Carlo Valsecchi, Massimo Vitali e le proiezioni Simon Faithfull e di Allan Sekula/Noel Burch.
La lettura fornita pone l’accento sulla considerazione di come oggi più che mai l’industria abbia la necessità di essere affascinante, proponendo un modello industriale che tenga conto dell’estetica non solo nella progettazione della propria corporate image quanto nella stessa architettura industriale.
Superata l’accezione dello showroom così come l’industria è forse per semplificazione stata presentata in un breve passaggio del testo che accompagna la mostra, osservando questi scatti sembra effettivamente profilarsi una vera e propria rivoluzione visiva di un mondo che fino a qualche decina di anni fa era relegato all’interno di un certo filone di archeologia industriale o alle allucinazioni post punk di visionari fotografi.
Una vanitas che certo anche oggi conserva un forte orientamento al prodotto ma ora addizionato da una estetica latente che si scopre, si mostra e si celebra con parole degne del miglior Filippo Tommaso Marinetti: “Potete assistere alla coreografia del sincronismo perfetto degli oltre ottocento robot che operano” recita la brochure dello stabilimento BMW di Lipsia.
Si pensi al grande polittico posto all’ingresso della mostra, una successione di scatti dell’italiano Olivo Barbieri che coglie con precisione chirurgica l’interno della fabbrica Ferrari di Maranello: un bianco ottico interrotto dalla perfetta processione di una catena di montaggio in cui gli uomini sono solo rare comparse, sfumati phantomas a supervisionare la longa mano robotica.
E di questa assenza umana, di questa cessione del passo alla macchina che produce se stessa questa mostra ne è ricca (Peter Fraser, Ariane Rocket Motor, Vincent Fournier, Kobian Robot #1, Carlo Valsecchi, #0078 Dalmine, Stephane Couturier, Melting Power Alstom #2), così come è colma di acute analisi intorno al potere (Jacqueline Hassink, The Meeting Table of the Board of Directors of Assicurazioni Generali, Bruno Serralongue, Discourse du Secrétaire Général de l’Union Internazionale des Télécommunications Yoshio Utsumi), ai non-luoghi (Sebastião Salgado, Church Gate Station, Western Railroad Line, Massimo Vitali, Calambrone, Vera Lutter Bettersea Power Station), all’energia (Thomas Struth, Tokamak Asdex Upgrade Interior 2, Trevor Paglen, Cosmos 2084 in Draco, Miyako Ishiuchi, Silken Dreams #78, Hiroshi Sugimoto, Lighting Fields 222).
Paola Pluchino
Dal 14 maggio al 6 settembre 2015
INDUSTRIA, OGGI, Immagini contemporanee dalla collezione MAST
MAST
Via Speranza 42, Bologna, Italia
Orari: da martedì a domenica dalle 10:00 alle 19:00
Info: www.mast.org