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Si può parlare di vita, di speranza durante un funerale?
Pare di si.
La visita alla mostra “Inesistenze” di Francesco Lauretta alla galleria Z2o di Sara Zanin ha il sapore di una azione performativa che lo stesso visitatore compie incedendo nelle tre stanze della galleria.
Nella prima sala drappi blu notte di una apparente camera ardente circondano una culla/bara bianca sul cui fondo è depositata una testa disegnata e impreziosita da grumi di pane dorati; dai drappi occhieggiano disegni che vanno scoperti o scoperchiati se il visitatore li scorge.
Tre gradini conducono alla stanza di mezzo in cui uno schermo posto su un alto trespolo, ossessivamente replica un divertissement televisivo che da oltre trent’anni regala storie di vita dal sapore edulcorato e fittizio: alle sue spalle un lacerto di pittura rosso ferisce gli occhi: è una vera cosmogonia , una gemmazione di teste e di organi sessuali che sembrano infiorescenze, turbinanti e avvitate su se stesse col portato di tutta la tradizione del barocco. Due elementi che contrappongono reale e virtuale dove il reale, rappresentato dalle immagini televisive, è il trionfo dell’inesistenza e il virtuale, disegnato sulla tela di fondo, è la vita in potenza. Alle pareti laterali due dipinti di stazionamenti e passeggiate solitari di sapore ottocentesco.
Si accede all’ultima sala che presenta un piccolo catafalco con una bara su cui è teso un dipinto dal colore dominante rosso, costellato di paillettes: la scena rappresenta un funerale di paese con una processione. Attorno alla bara un giro di fiori freschi come vuole la tradizione funeraria.
Alle pareti alcuni fragili spolveri di grandi dimensioni in cui risulta evidente la punteggiatura di porte: non è dato sapere se sono aperte o chiuse, ma certamente conducono in un “altrove”.
All’angolo opposto un piccolo podio rosso che presenta, in uno dei lati, una piccola proiezione di una performance di una body builder: paradigma dell’Eroe che sconfigge con la potenza dello sforzo fisico le nostre “inesistenze”?
In questa sala si conclude (o si apre) il pellegrinaggio del visitatore a cui è data la possibilità di interrogarsi, di attribuire personali significati ad oggetti ed immagini presenti: da quelle sociali a quelle esistenziali, a quelle strettamente artistiche.
Nonostante l’ incombente presenza della morte, evocata o rappresentata, visitando la mostra, si avverte un afflato vitale, una sensazione di smarrimento, ma anche di speranza, un bisogno di rigenerazione. Non tanto perché morte e vita si completano e si sovrappongono, ma soprattutto perché solo uccidendo alcune stereotipie ci è dato di entrare in contatto col senso vero delle cose e dell’esistenza.
Blanche Mere
Dal 28 maggio al 31 luglio 2015
Francesco Lauretta
Inesistenze
Z2O Galleria|Sara Zanin
Via della Vetrina, 21 – 00186 Roma
Orari: da lunedì a venerdì dalle 12 alle 19
Info: info@z2ogalleria.it