19 giugno 2015

Troppo verde, Francesco!

 
Più polemico di un politico, rivoluzionario e costruttivo o semplicemente “pervaso” dai buoni sentimenti di un reazionario che vuole riportare la Chiesa al potere globale? Dovrebbero convincerci Papa Francesco e la sua Enciclica verde?

di

Il Presidente Obama lo applaude, e lo aspetta alla Casa Bianca, mentre moglie e prole a Milano sono elette “regine” dell’Expo. Parliamo di Papa Francesco, che avanti di questo passo non sarà buono ma buonissimo, e che cento ne dice e altrettante ne fa. E che ora rilascia al mondo un’Enciclica che per alcuni è una manna dal cielo (da Greenpeace a Legambiente), per altri sarà una vera maledizione.
Francesco se la prende con le banche (ovviamente con i toni che gli competono), e chiede di rallentare il passo, visto che sui popoli (leggi Grecia, in primis) pendono i prezzi per il salvataggio degli istituti di credito. E poi via il consumismo, via la crescita ad ogni costo, via gli integralismi e largo agli esclusi (e alle pecorelle smarrite no?). 
E poi, punto per cui anche il Presidente degli Stati Uniti loda il “Laudato sii” del Pontefice, è quello della rivoluzione “green”. Bergoglio infatti rivolge un doppio appello per una “conversione ecologica”, perché si protegga la casa comune dell’uomo contro il riscaldamento climatico e i danni ambientali, e affinché cambi il modo di sviluppare il pianeta, che deve diventare sostenibile e integrale e che ammortizzi l’esaurimento di risorse che causano nuovi conflitti (dunque via anche il petrolio?).
Insomma, Papa Francesco ne ha una per tutti, e non perde le rime per portare alla luce quel mondo di “pace” che ogni buon cuore sogna. E la parola d’ordine sembra proprio “rallentare” insieme. Forse per essere più malleabili? Disponibili a un dialogo? O ad una dittatura? Non poteva mancare, poi, richiesta di creare reti comunitarie contro il degrado e l’inequità per evitare di soccombere al consumismo. “Umanità-ambiente”, insomma, sono i cardini di questo nuovo testo, un titolo che sarebbe potuto andare bene per qualche biennale degli anni Settanta e che forse ritorna prepotentemente oggi. Con l’idea non troppo sottile che Bergoglio, dietro le belle e sante parole, stia facendo di tutto per riportare la Chiesa decaduta agli alti ranghi del potere (come se ancora non lo detenesse), per immischiarsi come e più di prima alla vita laica e pubblica di mezzo mondo. Applausi, ma da queste parti prestiamo attenzione caro Francesco. (MB)

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