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Ore 09:00 di lunedì, 8 luglio. Ha ufficialmente inizio l’operazione Night Watch. «Perché è stata un po’ come un’operazione militare», ha dichiarato Taco Dibbits, generale, pardon, direttore generale del Rijksmuseum di Amsterdam, commentando l’imponente progetto di restauro della Ronda di notte, De Nachtwach, il dipinto a olio su tela, di 359×438 centimetri, realizzato da Rembrandt nel 1642.
Annunciato già nel 2018, si tratta infatti del restauro pubblico più impegnativo della storia e si svolgerà in una camera di vetro di sette metri quadrati, appositamente costruita. 12 gli esperti che lavoreranno per riportare all’antico splendore uno dei dipinti più spettacolari e conosciuti al mondo. E spettatori da tutto il mondo potranno seguire lo svolgimento dei lavori, che saranno trasmessi in diretta streaming.
La Ronda di notte fu commissionata a Rembrandt per celebrare l’ingresso in città di Maria de’ Medici, regina di Francia, e ritrae, il capitano Frans Banning Cocq e il luogotenente Willem van Ruytenburch circondati dagli archibugieri, con una vividezza di luci, movimenti e dettagli che ancora oggi fa spalancare gli occhi.
Il dipinto è stato restaurato per l’ultima volta nel 1975, quando fu danneggiato da una persona che colpì la tela procurando ben tredici squarci. Il restauro fu avviato tempestivamente e, grazie alla documentazione fotografica, fu possibile reintegrare l’opera fedelmente. La Ronda fu attaccata anche una seconda volta, nel 1990, quando un uomo vi spruzzò dell’acido che, per fortuna, non riuscì a superare lo strato superficiale della pittura. Ma l’opera subì un grave danno anche molto tempo prima, nel 1715, quando fu spostata nella sala del consiglio di guerra del municipio di Amsterdam. Per essere adattata allo spazio compreso tra due porte, vennero asportate due strisce, di un metro, sul lato sinistro, e di trenta centimetri, sul lato destro, una pratica che, ai tempi, era particolarmente diffusa e si effettuava senza troppi problemi, per adattare le opere alle quadrerie.
Oltre a conservare il dipinto per le generazioni future, i restauri, che utilizzeranno tecniche sofisticatissime, potranno fornire anche nuove informazioni sulla realizzazione dell’opera, sui ripensamenti e sulle correzioni, oltre che sulla tecnica peculiare di Rembrandt e sui materiali utilizzati, da sempre un affascinante mistero per gli storici dell’arte (a proposito, sapevate che il Maestro era solito fare uso di plumbonacrite?). «Ho lavorato al Museo per 17 anni e non ho mai visto la parte superiore del dipinto, non puoi semplicemente metterci una scala davanti. Sappiamo così poco su come Rembrandt riuscì a creare quest’opera», ha continuato Dibbits.
Sabato è stata completata la costruzione della camera trasparente, nella stessa sala in cui la Ronda è vista da 2 milioni di persone all’anno. Domenica, invece, circa 25 persone hanno trasportato l’opera, di 337 chili, su un telaio per lo screening, usando un meccanismo idraulico costruito apposta per evitare vibrazioni troppo forti. La Ronda è stata spostata solo in pochissime occasioni, negli ultimi 150 anni, per esempio, all’inizio della Seconda Guerra Mondiale, fu portata in un bunker. «Per qualsiasi movimento di qualsiasi dipinto è necessario sempre stare molto attenti e in particolare per la Ronda, che è un dipinto così grande», ha detto Dibbits.
Da oggi e per i prossimi 10 mesi, l’opera verrà mappata, strato dopo strato, pigmento dopo pigmento e, al termine di questa analisi, sarà stilato un piano per la conservazione.
Nel 2019, poi, in Olanda è stata grande festa per Rembrandt, in occasione del 350mo anniversario dalla sua morte. A fare gli onori di casa è stato il Rijksmuseum, che a febbraio ha presentato l’attesissima mostra “All the Rembrandts”, con 22 dipinti, 60 disegni e 300 stampe del maestro del Secolo d’Oro olandese.