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Era arrivata poco tempo fa a Samalut, a tre ore dal Cairo. Rappresentava, in teoria, una delle più grandi icone della storia e dell’antico Egitto: la testa di Nefertiti. E l’avevamo omaggiata con il titolo di Arte Pubblica. Ma è durata poco. Qual è stato il problema? La statua era brutta, ma brutta davvero. E irrispettosa, a tal punto da scatenare la furia di blogger, storici, giornalisti locali (e non solo) e anche del popolo, che ha chiesto alle autorità di rimuoverla, questa “Neferiti-nefandezza”, ribattezzata Frankenstein. Altro che Arte Pubblica.
Stavolta, insomma, la maggioranza delle persone non ha accettato passivamente il cattivo gusto e l’arroganza creativa, ma ha fatto sentire la propria voce contro il ridicolo verso un’icona troppo grande per essere sminuita con cinica ironia (sic).
E via, missione compiuta e statua rimossa. Con il plauso della stampa internazionale, a partire dal più famoso quotidiano inglese, il Guardian, che ha riportato come la strada contro la brutta Arte Pubblica sia quella giusta da seguire: bisogna battersi contro il “dolore estetico”!
E in Italia, cosa tirereste giù?