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La Germania ospita all’interno dei suoi confini alcuni dei più ricchi collezionisti d’Europa, e artisti tra i più pagati in asta, come Gerard Richter, Markus Lüpertz, Georg Baselitz e Martin Kippenberger. Nonostante il buon livello economico e culturale che sta vivendo da qualche anno a questa parte, in Germania, il mercato sta vivendo una lunga battuta d’arresto.
La nazione che ha dato il la alla prima fiera d’arte contemporanea nel 1967, conosciuta oggi come Art Cologne, oggi rispetto alle sue potenzialità è totalmente sparita dalla scena.
I grandi collezionisti ora, prevede artnet news, potrebbero spostarsi verso le grandi capitali dell’arte, o almeno spostarci le opere, in vista della prossima azione del governo tedesco: il Cultural Property Protection Act. Sventolando la bandiera della protezione, è previsto un inasprimento delle indicazioni sull’export delle opere d’arte con un costo oltre i 150mila euro e con età superiore a 50 anni. Questi i limiti per cui si dovrà chiedere un certificato per poi vendere le opere all’estero, anche all’interno dell’Unione Europea, per prevenire la perdita dei tesori nazionali.
Il Ministro della Cultura Monika Grütters ha incontrato una forte resistenza da parte di professionisti dell’arte della Germania, poiché questa legge affiderebbe ad un ignoto funzionario il compito di decidere se un’opera sia da considerarsi tesoro nazionale o meno. Spaventato da questa possibilità, uno dei tedeschi più amati nel mondo dell’arte, Georg Baselitz ha deciso di ritirare tutte le sue opere che sono in prestito o in cessione ai musei tedeschi confermando quello che tutti i detrattori temevano. Molti collezionisti o artisti potrebbero ritirare le loro opere in anticipo, per sfuggire alla legge, trasformando così il profilo culturale del Paese. (Roberta Pucci)