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Il paradiso, Edwin Parker jr, detto Cy Twombly (1928-2011), l’ha trovato nell’arte ispirata anche alla luce del Mediterraneo, al paesaggio italiano e alla rielaborazione della mitologia greca e latina. Ha vissuto tra Roma e Gaeta e adorava Venezia, dove il pittore e scultore americano ha partecipato a cinque edizioni della Biennale (’64, ’78, ’80, ’93) e ha vinto il “Leone d’oro” nel 2001. Ca’ Pesaro, affacciata sul Canal Grande, dedica una mostra monografica imperdibile a un maestro difficile da etichettare, che ha esordito nell’ambito dell’Espressionismo astratto e ha rielaborato in maniere autonoma le avanguardie del Novecento, passando dall’Espressionismo, all’Informale, alla Pop art, fino ai concettualismi degli anni’70 e alla ricomparsa della figura e del colore di tendenza negli anni’80.
Twobly inesgue le potenzialità espressive della linea, infantile ma unica e difficile da imitare, fedele alla libera espressione della propria creatività, scevro da mode e immune dai condizionamenti imposti dal mercato dell’arte, che ha assecondato la casualità del gesto e la passione per la poesia che ha nutrito la sua pittura.
E’ una conferma della sua originalità la mostra lagunare dal titolo Paradise a cura di Julie Sylvester e Philip Larratt-Smith, con la collaborazione della Cy Twombly Foundation di New York, Gagosian Gallery, la coordinazione scientifica di Gabriella Belli, l’allestimento di Daniela Ferretti, tra gli eventi collaterali più convincenti e di una sorprendente freschezza. Dell’artista sono esposti circa 40 lavori dal 1951 al 2011, anno della sua scomparsa avvenuta a Roma, dove si è trasferito e nel 1959 ha sposato Tania Franchetti, sorella del collezionista d’arte Giorgio Franchetti, che compilano un diario visivo della sua emozionante poetica intimista, romantica, incentrata intorno a temi universali come l’amore, l’arte, la bellezza, la morte, la poesia, la letteratura, la filosofia e l’epica e la mitologia greca e latina.
Lo spettatore attraverso dipinti, disegni, collage, pastelli e una scultura, Turkish Delight (2000), dai colori pop, vive un carico di contrastanti emozioni, come accade quando si ascolta il jazz di John Coltrane, sassofonista impareggiabile capace di armonizzare contrapposizioni armoniche. Si passa poi alla pittura murale degli anni’50 di grande dimensioni in cui si esplorano le possibilità espressiva di una tecnica calligrafica, ispirata ai graffiti su fondi solidi di colore grigio, marrone o bianco, in bilico tra pittura e incisione, per chiudere con una vibrante e sensuale carrellata di opere dipinte nel 2011, quando l’artista era al limite fisico della vecchiaia, ma vitalistico e rigenerante nelle sue tracce pittoriche che intrecciano diversi elementi astratti e figurativi a gesti incoerenti paradossalmente equilibrati, in cui si ibridano istinto e ragione, erotismo e poesia, anarchia e composizione per portare in superficie una sorta di codice segreto, criptico da decifrare. Nelle sue opere il processo della scrittura si traduce in un’astrazione gestuale dalla fortissima valenza cromatica d’ispirazione romantico-simbolica in un linguaggio lirico ed emozionale, fuori dal tempo e dalla storia, come testimoniano The Rose (IV), 2008 e la serie di Untitled (Camino Real, II, V, VI,VIII) del 20011. In Twombly si riconosce quel Puer Aeternus (teorizzato da James Hillman), che non conosce le stagioni del tempo e l’attesa, ignaro del passare degli anni, vagabondo dello spirito e bulimico di esperienze di una vita che diventa materia d’arte: un ‘esaltazione dell’eros in cui tutto ciò che sembra contenere una promessa originaria prende forma e l’io narcisistico coincide con l’inconscio collettivo.
Jacqueline Ceresoli
mostra visitata il 7 maggio
Dal 7 maggio al 13 settembre 2015
Cy Twombly, Paradise
Ca’ Pesaro International Galery of Modern Art
Santa Croce, 2076, Venezia
Orari: tutti i giorni dalle 10 alle 18
Info: capesaro.visitmuve.it, info@fmcvenezia.it