29 luglio 2015

Se Saatchi vende la sua piscina nera

 

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Nuove da Charles Saatchi. Dopo circa 30 anni il gallerista inglese rinuncia a quella che è stata un’opera simbolo per la sua sede londinese, uno di quei lavori che tutti gli art lover che girano il mondo in cerca di emozioni hanno amato. La piscina di olio di motore recitato, realizzata nel 1987 da Richard Wilson, è stata una delle opere più discusse di quegli anni, ed ora è passata nelle mani del collezionista australiano David Walsh, che la custodirà nel suo museo sotterraneo in Tasmania. 
L’opera, dal titolo 20:50, consiste in una stanza piena fino alla vita di olio, che sulla sua superficie nera riflette lo spazio della galleria, lo spettatore si addentra nello spazio espositivo e osserva da vicino questo liquido che riflette e altera alo stesso tempo lo spazio stesso.
Walsh ha dichiarato di aver già dato un anticipo, ora l’installazione, prima di approdare nelle stanze del Museum of Old and New Art, sarà in tour in diverse istituzioni che si sono dette interessate, cambiando aspetto di volta in volta, pur rimanendo sempre identica a se stessa, perché «20:50 è un’idea ed entrando in un luogo lo modifica», come dichiara lo stesso Wilson. 
Il collezionista australiano, avrà forse usato come anticipo i 2,9 milioni che ha incassato dalla vendita del dipinto di Ofili durante le aste di Londra lo scorso mese? In attesa di conoscere più dettagli ci auguriamo che l’opera si sposti anche in Italia.
Una domanda resta senza risposta: come farà Saatchi a colmare il vuoto lasciato dall’opera di Wilson che per tanto tempo è stata il simbolo della sua collezione? (Roberta Pucci)

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