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Esistono musei di serie A, B, C e così via? Certamente sì. E ieri l’ennesimo colpo al turismo italiano e non solo, è stato evidentemente dato a un monumento (a dir la verità a un serie) di classe A. Ed ecco che tutti se ne sono accorti.
Già, perché il putiferio politico e non solo che ha suscitato l’apertura ritardata di tre ore del Colosseo, Ostia Antica, Foro Romano e Palatino e Terme di Diocleziano, a causa dell’assemblea sindacale dell’SS-COL, è stato un vero e proprio “colpo di stato”, verrebbe da dire, visto che all’unanimità tutti si sono accorti non solo dei monumenti, ma del danno di immagine che si è arrecato al turismo e, ancora una volta, a Roma.
La leader della CGIL, Susanna Camusso, ha invece tuonato che in Italia non c’è nemmeno più il diritto di fare un’assemblea, sparando a zero su una ipotetica “questione democratica”, mentre il Soprintendente al Colosseo Francesco Prosperetti – come avevamo riportato nella nostra news – ha dichiarato che i turisti sono impossibili da avvisare, ma l’assemblea era autorizzata da tempo.
Insomma, stando alle due campane, la misura è sembrata colma per entrambe le fazioni. Già, perché le tre ore di chiusura – non dimentichiamolo – sono state per una riunione dove si discuteva dei mancati pagamenti degli straordinari, e anche di quel “Consorzio” nascente che dovrebbe occuparsi della gestione di tutta l’area archeologica centrale di Roma che, secondo i sindacati appunto, è in fondo solo una manovra politica. Fosse pure, ma servisse a mettere ognuno al proprio posto con le retribuzioni che si merita. E invece, nonostante il passo avanti del Decreto Legge, questo “comma” pare ancora lontano.
E così, insomma, Salvini e affini non hanno mancato di screditare il Governo, Renzi ha twittato per l’ennesima volta #lavoltabuona, che stavolta pare essere arrivata, almeno per certi versi.
Il decreto “Musei come servizi essenziali al cittadino” è arrivato a bomba, dopo la turbolentissima giornata. “Si è scelto un decreto legge perché c’erano caratteri di urgenza e necessità”, ha riportato in una nota il Ministro. Ora la norma, passata subito al Consiglio dei ministri, andrà al Presidente della Repubblica e sarà in vigore dalla pubblicazione in Gazzetta per poi seguire l’iter parlamentare che lo trasformerà in legge. E così, insomma, i monumenti diventeranno come ospedali, trasporti, scuole. “Un principio di civiltà che vale per tutti i musei statali, comunali, pubblici e non”, ha chiuso il Ministro. Eccola la volta buona: doveva arrivare con l’ennesimo scivolone, e proprio sotto gli occhi della politica e della Città Eterna intera. Ora si aspetta il rispetto. (MB)