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Un pavimento. Tutto qui. Tanto basta per allestire una mostra e proporre al grande pubblico un’offerta artistica di prima scelta. Ma solo se il pavimento in questione è qualcosa di fuori dal comune. Quindi, tutt’altro che banale. Meglio ancora se, come in questo caso, rappresenta un patrimonio unico nel suo genere. Stiamo parlando, in effetti, di una parte di suolo della Cattedrale di Siena: un pavimento a commesso marmoreo, autentico capolavoro, per via della tecnica utilizzata e la sua organicità, ma anche per il messaggio racchiuso delle figurazioni. In un invito costante alla ricerca della Sapienza, sviluppato in cinquantasei tarsie disegnate da importanti artisti, quasi tutti “senesi”, come il Sassetta, Domenico di Bartolo, Matteo di Giovanni, Domenico Beccafumi. E da un pittore di spicco ma di altra regione quale l’umbro Pinturicchio, autore, nel 1505, del celebre riquadro con il Monte della Sapienza, raffigurazione simbolica della via verso la Virtù come raggiungimento della serenità interiore.
Abitualmente, il prezioso tappeto di marmo è protetto dal calpestio dei fedeli, ma ogni anno, per alcuni mesi, viene “scoperto” all’ammirazione – costante e in progressiva crescita – dei visitatori.
Quest’anno, in occasione dell’Expo Milano 2015, l’Opera della Metropolitana di Siena ha pensato bene di offrire ai potenziali visitatori provenienti da tutto il mondo un’opportunità eccezionale, proponendo la visione del Pavimento del Duomo di Siena dal primo luglio – data in cui è avvenuta l’apertura straordinaria senza precedenti – che si aggiunge a quella consueta dal 18 agosto, dopo il Palio dell’Assunta alla fine di ottobre.
Un evento straordinario, dunque, come straordinaria è la proposta artistica. Il pavimento “più bello…, grande e magnifico”, che mai fosse stato fatto, secondo la nota definizione del Vasari. Risultato di un complesso programma iconografico realizzato attraverso i secoli, a partire dal Trecento fino all’Ottocento.
In un susseguirsi e mescolarsi di tecniche e stili. Dalla tecnica del graffito – adoperata durante i secoli passati – e del commesso con marmi di provenienza locale come il broccatello giallo, il grigio della Montagnola o il verde di Crevole, ma ogni artista ci ha messo del suo nel partecipare all’opera. Domenico Beccafumi, per esempio, rispetto agli artisti delle precedenti generazioni, si avvale di nuovi modi stilistici rinnovando la tecnica del commesso marmoreo. Invece di utilizzare pietre di vario colore accosta marmi di sfumature diverse rispetto alla tinta di base. Attraverso le gradazioni tonali del grigio-verde, riesce così a ottenere risultati sorprendenti di chiaro-scuro, in cui luci e ombre delineano le figure con una tale abilità artistica, da sembrare capolavori realizzati con tecnica silografica o pitture monocrome. Una rivoluzione ben evidente nel fregio con Mosè che fa scaturire l’acqua dalla roccia che si inserisce tra i due pilastri che sorreggono la cupola, verso il presbiterio. La fonte principale del soggetto è un passo dell’Esodo (17,1-7, ma si veda anche Numeri 20,1-13), in cui il popolo d’Israele, dopo la traversata del Mar Rosso, in marcia verso la terra promessa, è costretto a sopportare la mancanza d’acqua, fino al miracolo in cui Mosè percuoterà la roccia in Horeb, alla presenza degli anziani: «da essa sgorgherà acqua e il popolo berrà».
Secondo l’interpretazione di san Paolo, nella prima lettera ai Corinti (10, 4), la pietra rappresenta il Cristo, dalla quale sgorga la salvezza per quegli uomini che attingono acqua dalla sua sorgente. L’acqua che diventa dunque energia di vita e fonte di salvezza. tematica decisiva proprio all’interno di Expo Milano 2015: “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Per un progetto espositivo che non ha lascito davvero nulla al caso, marketing compreso.
Il percorso completo nel complesso monumentale del Duomo di Siena permette, oltre alla visita del Pavimento in cattedrale, quella al Museo dell’Opera ove si potranno ammirare, nella Sala delle Statue, i mosaici con i simboli delle città alleate di Siena e le tarsie originali di Antonio Federighi. Nella Sala dei Cartoni, il cui ingresso fiancheggia la magnifica Maestà di Duccio, è visibile la celebre pianta del Pavimento del Duomo delineata da Giovanni Paciarelli nel 1884, che consente di avere un quadro d’insieme delle figurazioni e dell’itinerario che, dall’ingresso, conduce fino all’altare maggiore. La visita al pavimento può essere effettuata con guide audio-video o tablet multimediali che permettono l’ascolto del testo-guida e la visione dei particolari visibili e di quelli più nascosti. In un nuovo sistema tematico e tecnologico pensato per rispondere alle esigenze del visitatore più attento.
Alessio Crisantemi
Dal 1 luglio al 27 ottobre 2015
Il Pavimento del Duomo di Siena
Un capolavoro da scoprire
Cattedrale di Siena
Orari: dal lunedì al sabato 10:30 – 19:00
Domenica 9:30 – 18:00
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Info:
0577-286300
opasiena@operalaboratori.com
operaduomo.siena.it