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Signore di ogni cosa è il conflitto. Così Eraclito, il primo dei pensatori occidentali a mettere in tensione l’eterno divenire del mondo e la precarietà della vita e del linguaggio che usiamo per nominarli.
A partire dall’idea che sia il conflitto a dominare tutte le cose, in un mondo in cui la percezione del divenire è assolutamente accelerata, due giovani film maker hanno esplorato i corpi e i volti che esercitano il conflitto al massimo del suo potenziale, dispiegandolo nelle forme più distruttive, feroci e odiose possibili, ritraendo sette guerrieri mercenari liberiani. Se il conflitto è il rimosso del linguaggio politico della rete, questo non vuole dire che non esista, ma che lo rimuoviamo con mezzi efficaci, come il sacrificio a favore di una forma di memoria, la deificazione e la poesia epica. Il film infatti non si apre con un racconto delle ragioni politiche del conflitto, il che servirebbe a costruirgli intorno una prospettiva, dunque una forma ripetibile e confrontabile, storica. Per paradosso il film parte dalle immagini delle divinità olimpiche della guerra, che in Occidente sono anche le divinità della forma e del linguaggio, ovvero dell’unico mezzo che usiamo per trascendere la violenza del divenire. Per poi parlare dell’oblio della rete, mostrandoci un frammento non di Eraclito, ma di You Tube.
Questa credo sia la sequenza che rende il film non un ennesimo ritratto fotografico animato, ma qualcosa di promettente e da guardare con estrema attenzione, se gli autori sapranno non perdere lo sviluppo fino alle estreme conseguenze della loro idea.
Frammento 53 è stato presentato al Teatrino Palazzo Grassi durante la Biennale dell’Immagine in movimento, scritto filmato e montato da Gabriele Tribbioli e Federico Lodoli, prodotto da Galleria Schiavo, Biennale Immagine in Movimento e Ring Films, ha tutta l’aria di essere l’inizio di una grande avventura. Da seguire.
Irene Guida
Dal 28 al 31 ottobre 2015
Biennale de l’Image en Mouvement
Teatrino di Palazzo Grassi, Venezia
Frammento 53, Italia/Svizzera, 2011/2015, 71′
di Carlo Gabriele Tribbioli & Federico Lodoli