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Un sottile strato di pigmento rosa forma un rettangolo sul pavimento nero di una delle sale del Macro, con due porzioni vuote, che corrispondono precisamente alle campiture rosa presenti su due cartoncini bianchi appesi sulla parete davanti. I limiti del perdono (2014) non è soltanto un’installazione precisa e rigorosa che domina la mostra personale di Carlo e Fabio Ingrassia, curata da Cornelia Lauf al Macro Reggio Emilia.
Come sottolinea David Freedberg, ci conduce nel mondo ambiguo e misterioso delle “sfumature dell’identità” dell’essere gemelli omozigoti, uno mancino e l’altro destro , che disegnano insieme, come se l’atto manuale compiuto a quattro mani riuscisse a comporre l’Uno platonico. «Carlo definisce il segno, Fabio raccorda e da un segno soffiato. I margini non si toccano, semmai si suggeriscono», spiegano. E tra le opere, tutte interessanti, esposte al Macro, questa va oltre, mettendo insieme arte e vita, pratica e concetto, Carlo e Fabio verso l’unità ideale della Vie en Rose .