10 dicembre 2015

Heil, Donald!

 
Impedire l'ingresso negli Stati Uniti agli islamici è cosa buona e giusta. Ma, allo stesso tempo, c'è grande rispetto e amore con i musulmani che sono d'accordo sul programma. Parola di Donald Trump, Roland McDonald della politica

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Su twitter lo hanno deriso, nel Regno Unito si sono già mobilitati per una raccolta firme per evitare che il vecchio milionario americano Donald Trump entri nel Paese inglese e la stampa USA lo ha definito un moderno Mussolini d’oltreoceano.
Se l’intento del candidato per la Casa Bianca era fare rumore stavolta c’è riusciuto bene, portandosi addosso oltre alla celebrità e a tutta la serie di strali, anche l’immagine decrepita di una destra povera di argomenti, ottusa, da rodeo.
Non sarebbe credibile nemmeno come Uncle Sam Donald Trump, figuriamoci come politico. Anche se come politico batte bene tutte le strade, visto che andrà in tour a Gerusalemme, dove ha deciso di visitare la spianata delle moschee oltre il muro del pianto e allo stesso tempo dichiara di essere in ottimi rapporti con il mondo islamico che capisce la situazione. Che dovrà essere temporanea, alla fine, giusto per capire un po’ che fare a livello di politica mondiale. 
Certo, se c’è da riconoscere qualcosa al vecchio Trump è la testardaggine repubblicana, e la rivendicazione di non essersi assolutamente pentito delle dichiarazioni sulle barriere anti-islam. 
Così come nemmeno la promessa di “ripulire” gli USA da 11 milioni di clandestini, se vincerà le presidenziali.
“Il moderno Mussolini d’America”, come lo ha appellato il Washington Post, però, sembra un cagnaccio rabbioso che non morderà proprio nessuna  mela, se non con qualche dentata, mentre il New York Daily News ricorda le azioni del neo-ducetto con una parafrasi della poesia di Martin Niemoller: “Quando Trump venne per i messicani non ho parlato perché non sono messicano. Quando venne per i musulmani non ho parlato perché non sono musulmano. Poi venne per me”. 
Il vecchio spauracchio nell’epoca del terrore fa gioco soprattutto ai media, il resto potrebbe essere considerato fantascienza. Ma anche J.G.Ballard aveva ipotizzato, smentito da tutti, che Ronald Reagan sarebbe diventato Presidente. Sappiamo com’è andata a finire. (MB)

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