07 gennaio 2016

Buon compleanno, Charlie

 

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Un anno fa la tragedia di Charlie Hebdo. Quelle che sono state le conseguenze lo sappiamo bene, ma quello che un po’ ci rassicura è che – ancora una volta – il giornale satirico francese (oggi famoso in tutto il mondo) nonostante le perdite e le figuracce dello stato francese (sulla targa commemorativa il nome di Volinski è stato scritto sbagliato), non ha perso la sua verve.
La nuova copertina raffigura infatti, a un anno esatto dagli spari in redazione, un dio barbuto, col kalashnikov a tracolla, lo sguardo truculento e la tonaca insanguinata, che se la dà letteralmente a gambe. Sulla sua testa l’occhio della provvidenza, il triangolo sacro della Trinità (padre, figlio, spirito santo) o dei tre grandi credi monoteisti.
Sono tutti insorti, vescovi, imam, a parlare di fede profanata, di bestemmia. Come se nessuno mai si fosse accorto che, proprio le religioni monoteiste sono state, nella storia, le più sanguinarie, violente. Come se nelle caste più alte di tutte le popolazioni, oltre alla politica, non sedesse il clero; come se in nome di questo “dio” non si continui a odiare. 
E allora, davvero, grazie alla satira tagliente. L’unica ancora in grado, con le immagini, di uccidere il Buddha. O meglio, quel padre padrone che da millenni ci attanaglia, e che già l’artista Ben Vautier buttò a mare, chiuso in una scatola. (MB)

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