08 gennaio 2016

Tutte le salse del terrore

 
Da Parigi alla Libia, in nome di uno strano credo. Ecco l'ultima sequela di episodi, ininterrotti, che riportano l'Europa e non solo, in uno strano incubo, dopo un sonnolento Natale di smog

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Che i media giochino a fare quadrato, in base ai periodi, più o meno alle stesse notizie, è questione risaputa. Ma che nelle ultime ore, di nuovo, il clima di allarme diffuso lungo traiettorie di migliaia di chilometri, sia tornato alle stelle, è evidente. In Francia si spara a un uomo che – i testimoni dicono disarmato – si è imbattuto come un ariete davanti a un commissariato per rivendicare i morti della Siria. Nel Nord Africa, in Libia, un commando con un camion bomba è piombato sulla folla di una scuola di polizia gremita per i diplomi; la Fratellanza Mussulmana attacca un albergo in Egitto, vicino alle Piramidi di Giza; e poi c’è la questione dei migranti in Germania, con la violenza sulle donne in diverse città tedesche, la notte di Capodanno, che ancora tiene banco. 
Difficile tracciare uno scenario unico, anche perché impossibile nei fatti, ma ancora una volta potrebbe sembrare che la pietra si stia scagliando contro il credo islamico. A poco servono le difese degli appartenenti alla religione, difficile credere agli slogan “Non siamo l’Isis”, se poi le notizie quotidiane portano tutte da una parte. Meno male che il governo della Siria, in qualche modo, ha autorizzato gli aiuti umanitari alle città assediate, tra cui Madaya, dove pare che oltre 30mila persone siano state lasciate morire di fame; questione che forse metterà un velo di tregua tra il “regno” di Assad e gli Stati Uniti e la Francia, per esempio. Ma come proseguirà la storia di questa strana terza guerra mondiale, dove a farne le spese sono in prima persona gli abitanti dei Paesi in fiamme, ma anche gli Occidentali stremati da un bombardamento che rischia di diventare realtà, una volta uscito dagli schermi e dai confini? (MB)

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