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La Lega Nord ne ha consegnati 5mila: un numero spaventoso. Sono tutti emendamenti per il decreto legge Cirinnà sulle Unioni Civili, che approderà al Senato il prossimo 28 gennaio. Altri mille sono arrivati da più parti, dagli “avversari” al provvedimento.
Roba da non credere. Come non è da credere che, sul grattacielo Pirelli di Milano (della Regione Lombardia, capitanata da Roberto Maroni, che sappiamo bene da che parte sta) sia comparsa la scritta “Family Day”. Un vero e proprio sberleffo, ed un affronto, all’Italia che domani scenderà in piazza per manifestare a favore della legge che riconosca uguali diritti alle coppie dello stesso sesso.
Una bella figura, in uno stato “laico”, da un’istituzione “laica” come dovrebbe essere la Regione, ma sappiamo perfettamente che i signori della Lega in quanto a mancato savoire faire sono maestri di vita.
Per fortuna che Renzi, stavolta, ci si è messo un po’ di mezzo, dichiarando che la legge Cirinnà è “irrinviabile”, e che la ricerca di un compromesso non può essere lo strumento per non arrivare a un voto. Meno male.
Anche perché, come ha ricordato lo stesso Renzi «Siamo rimasti l’unico Paese dei 28 senza una disciplina sulle unioni». Se ne sono accorti tutti, e anche le parole di Papa Francesco risuonano quasi esilaranti: «Non confondere la famiglia voluta da Dio e altre unioni»: nessuno, caro Francesco, le confonderà, tantomeno “Dio”. Ci mancherebbe. Ma l’Italia, quelle delle piazze, del “popolo che ha altri problemi” è pronta. E oggi farà sentire la sua sveglia. (MB)