12 agosto 2002

fino al 29.VIII.2002 Vittorio Sella Bolzano, Galleria Civica

 
Due uomini si affacciano sul ciglio di un grande crepaccio, in primo piano orme sulla neve, sullo sfondo due cime tagliate da incombenti seracchi: è una fotografia scattata da Sella all’inizio del Novecento durante i suoi viaggi alla scoperta delle montagne del Tirolo…

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Alti Tauri, Grossvenediger, settembre 1893. Due uomini si affacciano sul ciglio di un grande crepaccio: prudenti, si appoggiano ai loro lunghi Alpenstock proiettandosi affascinati in avanti, verso il baratro. In primo piano orme sulla neve, sullo sfondo due cime tagliate da incombenti seracchi. Un bagliore diffuso interrotto al centro da un triangolo scuro, entro cui il ghiaccio assume infinite sfumature di tono.Vittorio Sella
E’ una fotografia di Vittorio Sella (1859-1943), una delle tante esposte alla mostra in corso a Bolzano che riguarda i tre viaggi da lui compiuti alla scoperta delle montagne del Tirolo.
Biellese di natali e discendente di una ricca famiglia di industriali del settore laniero, dedicò la vita alla fotografia ed alle montagne. In tempi in cui il viaggio e in particolare il “viaggio ” alpino era appannaggio esclusivo di nobili e borghesi, Sella ebbe la fortuna di far parte di una ristretta élite di pionieri e di essere dotato di capacità, sensibilità e mezzi fuori del comune: così diventò uno dei più grandi e richiesti fotografi-alpinisti tra i secoli XIX e XX. Un padre poliedrico, ufficialmente imprenditore, ma poi autore di saggi di chimica e del primo trattato italiano sulla fotografia, quel Plico del fotografo pubblicato nel 1856 e tradotto con successo in diverse lingue: un segno del destino per Vittorio. Uno zio, Quintino, che fu il famoso ministro delle finanze che riportò il pareggio nel bilancio dello Stato nel 1876, e che incoraggiò costantemente il nipote nelle sue passioni, anche dopo la morte del padre. Vittorio potè attingere ad un ricco humus familiare e vivere una temperie culturale che assecondò le sue aspirazioni. Poté gradualmente passare dalle scalate nelle Alpi alle spedizioni in Caucaso e poi extraeuropee (1897 Alaska, 1899 Kanchenjunga, 1906 Ruwenzori, 1909 Karakorum), che gli consentirono di riportare una documentazione che gli fruttò riconoscimenti mondiali. Studiosi del territorio, geografi, cartografi, botanici e geologi, oltre che alpinisti naturalmente, gli facevano continue richieste di copie delle sue lastre e dei cataloghi numerati che redigeva con accurata sistematicità.
Vittorio SellaFu un uomo d’azione e si considerava molto modestamente un tecnico. Ma le sue fotografie sono tutt’altro che meri documenti per il rilevamento del territorio: tutto ciò che non è verbalizzato, è trasfuso con la luce in immagini di rara bellezza. L’uso del formato 30×40, fu poi il suo cavallo di battaglia. In mostra sono presenti alcune stampe originali, tra cui tre splendide panoramiche, per le quali Sella era davvero insuperabile. Ma anche le stampe moderne sono di altissima qualità. Le tappe dei tre viaggi tirolesi, ricostruite grazie ad una meticolosa ricerca basata su fonti indirette, fanno emergere un quadro nuovo e un lato poco studiato della sua attività, indagata nei suoi aspetti più eclatanti. Oltre che sul personaggio, i saggi presenti in catalogo dedicati alla storia politica e alpinistica del Tirolo, alla viabilità e agli altri fotografi che vi operarono, offrono diversi spunti di riflessione e uno spaccato interessante e ancora poco conosciuto, tra storia dell’alpinismo e storia della fotografia.

melania lunazzi


Vittorio Sella. Ascensioni fotografiche. Viaggio nelle Alpi del Tirolo.
Bolzano, Galleria Civica
fino al 29 settembre
orario 10.00 – 18.00
Lunedì chiuso
Ingresso libero
Mostra promossa ed organizzata dal Comune di Bolzano – Assessorato alla cultura in collaborazione con la Fondazione Sella, sotto l’egida delle Nazioni Unite e della FAO e con il Patrocinio del Comitato Italiano per il “2002 Anno Internazionale delle montagne”.
A cura di Augusto Golin – Catalogo edito dal Comune di Bolzano a cura di Augusto Golin e con contributi di Giuseppe Garimoldi, Christoph H. von Hartungen e Gunther Waibl.
Per ulteriori informazioni: tel. 0471.997588 (Ufficio Beni Culturali)
www.comune.bolzano.it


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