26 gennaio 2016

Banksy sempre più politico

 

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È comparso domenica sera, a Londra, di fronte l’ambasciata francese, l’ultimo lavoro di Banksy, che ha confermato di esserne l’autore.
Apparentemente è un murales innocuo: è l’immagine di uno dei personaggi dei Miserabili di Victor Hugo, una bambina. Ma c’è un particolare che spiega il tutto: le sue lacrime e una nuvola di gas che la invade. 
Il riferimento è all’uso dei gas lacrimogeni fatto al Campo dei migranti Jungle di Calais. E c’è una novità. Il disegno è interattivo: se, guardandolo, si visualizza con il proprio smartphone un codice che l’artista ha messo in basso a sinistra del murales, sul cellulare compare il video dell’attacco fatto dalla polizia contro il Campo il 5 gennaio scorso. 
Bravo Banksy che usa tutti i mezzi a disposizione per smascherare le malefatte! Peccato che, dopo sole poche ore, il murales sia stato coperto da una serie di pannelli di legno.

1 commento

  1. L’intorpidimento e l’assenza di senso critico richiedono messaggi semplici, possibilmente retorici, possibilmente su fatti di cronaca, dove un macro-potere dominante ha creato l’ennesima ingiustizia. Bansky in questo è bravissimo. Non si tratta di fare l’ennesima opera ma di inizarla a vedere là dove sembra non esserci, in questo modo possiamo fare la rivoluzione. Il problema dell’arte di Bansky, come di molta arte, tra la provocazione e l’impegno sociale, è quello di portare le questioni ad una dimensione macro, quando è ormai evidente come l’unico spazio politico rimasto sia il nostro micro. La nostra dimensioni privata e locale. La nostra casa è l’unico parlamento. Come se uno ci ricordasse ogni giorno che la soluzione sta su Marte. La cosa diventa irritante soprattutto se l’ingiustizia viene strumentalizzata con la stessa velocità con cui il passante o lo spettatore del museo la digeriscono e la dimenticano subito. Quindi la vera opera è in queste foto: http://whitehouse2014.blogspot.it

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