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Londra parla sempre di più italiano, sia nelle aste che nelle stanze delle gallerie del centro. La città più cool d’Europa, la più all’avanguardia e la più ricca, da qualche anno a questa parte ha subito un’invasione di arte italiana, quella del dopoguerra per lo più, che ha spopolato nelle aste di Christie’s e che è sempre presente nelle programmazioni delle molte gallerie italiane arrivate in città.
Tra i primi ad arrivare a Londra è stato Niccolò Sprovieri nel 2000, seguito poi da Massimo de Carlo nel 2009, Ronchini nel 2012 e Robilant+Voena. Ma il vero boom di aperture c’è stato tra il 2014 e il 2015 con Mazzoleni, Cardi, Tornabuoni e Cortesi che si sono trasferiti sulle sponde del Tamigi. Ma non in un quartiere qualsiasi. Tutti sono andati ad occupare quella zona del centro, tra Mayfair e Bond street tanto amata, oltre che dai mercanti inglesi, dai colossi americani. In questi mesi è stato tutto un fiorire di retrospettive su Manzoni, Pistoletto, Boetti, Castellani, Fontana, Burri, Bonalumi & co. Grandi nomi, ma non solo, perché l’occasione è così ghiotta che le gallerie scelgono di arricchire la loro programmazione con nomi più contemporanei e ancora poco noti oltremanica come: Grazia Varisco, Gianni Colombo e Francesco Arena.
Proprio dalla voglia di promuovere artisti meno noti, nasce l’idea del neonato trio di galleristi composto da Matteo Lampertico, Luca e Ruggero Montrasio Gracias, che insieme hanno dato vita a M & L Fine Arts. La loro prima mostra sarà una personale di Angelo Savelli (1911-1995), artista che ebbe una forte influenza sul gruppo Zero. La speranza dei galleristi non è solo quella di risollevare il mercato italiano, ancora troppo legato ai soliti noti, ma di entrare a far parte del circuito fieristico internazionale attirando l’attenzione dei comitati che selezionano i partecipanti.e che in Italia non arrivano. È proprio vero allora che se Maometto non va alla montagna… (Roberta Pucci)