Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
In via Azzo Gardino, accanto alla Cineteca e alle Gallerie + e P420, durante questa edizione di Arte Fiera si è portato in scena un esperimento ai limiti del possibile: 72 ore no stop di arte, negli spazi di Localedue.
Ecco Minipimer, Un evento performativo che prova i limiti di spazio e tempo proponendo un susseguirsi di mostre, happening e azioni svoltosi a partire dalle 21 di giovedì 28 gennaio fino a stanotte.
Il progetto ha proposto interventi di 72 fra artisti visivi, curatori, videomaker e performer tra cui Natalia Trejbalova, Matteo Nobile, Colora (Rachele Burgato e Lorenzo Commisso), Dario Giovanni Alì, Costanza Candeloro, Barbara Baroncini, Irene Fenara, Simona Paladino, Davide Trabucco, Giulio Saverio Rossi, Vadim Zakharov, Alessandra Franetovich, Maurizio Mercuri, Guido Molinari, Gianluca Codeghini, Silvia Hell, Diego Zuelli, Cuoghi Corsello, Bianco – Valente, Giuseppe De Mattia, Antonio Grulli, Federico Carpani, Indra Kumar Jha, Marco Casella, Moe Yoshida, Max Melis, Filippo Marzocchi, Fabio Farnè (ideatore di Localedue), The Real Job e Carolina Gestri. Si alternano così linguaggi e pubblici dando vita a situazioni sempre nuove e indefinite, scandite solo dal ciclo circadiano. Una sequenza di avvenimenti accompagnata da luce e buio, suoni e silenzi, una concatenazione di momenti che segue il ritmo biologico della vita e dell’arte. (Ilaria Tamburro)