26 febbraio 2016

L’Unità

 
Passa la Legge Cirinnà al Senato, stralciata da fedeltà e adozioni. Quel che resta del disegno sono pochi tratti, ma quel che si delinea è molto chiaro: una nuova Italia, grigia e unita

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Amici arcobaleno, deponete l’ascia di guerra, avete vinto. Anzi, avete perso. No, ecco, avete pareggiato. Sì, avete pareggiato per merito di chi ha cercato un’intesa così larga che la partita è diventata uno scontro estenuante, fatto di settimane di campagne, battaglie, attacchi e colpi bassi, per finire nel fango. 
Ci sono finiti tutti: quelli del Movimento 5 Stelle e quelli del PD, quelli del Nuovo Centro Destra che sono scesi a patti con la sinistra, quelli di Forza Italia, tutti. Perché tutti sono stati uniti, e concordi, nel portare a termine le profezie di Angelino Alfano (che nelle stesse ore delle esultazioni in Senato per lo stralcio Cirinnà, anche se sarebbe più giusto dire lo “strazio”, è finito indagato per Abuso d’Ufficio) che aveva detto che sì, va bene una mezza legge: che la comunità LGBT si accontenti.
Certo, non si può avere tutto dalla vita.
E alla fine, poi, di quel che è rimasto della Cirinnà si sono accontentati tutti: pure Verdini ha votato a favore. Per Matteo Renzi è stata una giornata storica, iniziata ieri con l’hashtag #lavoltabuona, dove il premier ha detto che ha vinto l’amore. E, allo stesso tempo, ha vinto anche il fatto che – come ha riportato di nuovo Alfano – si è impedita una “rivoluzione contronatura”. Prosit. Dunque non ha vinto un diavolo di nessuno: l’Italia ha di nuovo infangato la possibilità di alzare davvero la testa, e ha dimostrato ancora una volta nel campo dei diritti civili, di preferire un bel pantano che però ha fornito un ottimo spunto per il futuro: perché parlare ancora di destra, sinistra, moderati, cattolici, democratici e chi più ne ha più ne metta? Sulle decisioni importanti il credo, dunque il partito, è unico. E paurosamente cupo. Chiunque abbia il coraggio di smentire è benvenuto. (MB)

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