05 marzo 2016

Fregali ancora, Banksy!

 
Un programma per scovare criminali potrebbe rivelare a breve la vera identità del writer. Giusto o non giusto, legge o non legge, si tratta solo di rovinare una bella storia, altro che identità!

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Uno studio condotto dal personale della Queen Mary University di Londra sostiene di aver scoperto l’identità di Banksy utilizzando la “profilazione geografica”, una tecnica solitamente usata per incastrare criminali seriali. L’artista, in realtà, si chiamerebbe Robin Gunningham. Gli scienziati hanno cercato quella che si pone come una correlazione tra oltre 140 interventi murali tra Londra e Bristol, attribuiti appunto a Banksy, e 10 nomi – tra i più diffusi – che nel tempo hanno tentato di identificare il misterioso artista di strada. 
Le probabilità, insomma, intreccerebbero la location di residenza con altri punti salienti, come le frequentazioni di un pub, di un campo da gioco, e con un indirizzo di residenza a Bristol, e tre a Londra.
Così, insomma, sarebbero dieci “candidati” Banksy (sotto tiro dal 2008) ma Steve Le Comber, biologo e co-autore dello studio, avrebbe riferito alla BBC che vi è un solo, serio, sospettato. 
Vabbè, ma ad un certo punto, perché rivelare l’identità dell’Uomo Ragno, giusto per citare un personaggio vicino al volto misterioso dell’artista?
Gli autori dello studio sostengono che il punto non è scoprire l’identità del writer, ma di utilizzare l’identificazione di Banksy come un esempio di quello che la profilazione geografica può contribuire a fare nei confronti dei criminali veri. Sarà. E potrà anche essere voyeuristicamente interessante, ma noi Banksy lo vorremmo continuare a tenere come lo conosciamo: anonimo e brillante! (MB)

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