08 marzo 2016

Il valore di un voto

 
A Napoli si parla di voti truccati nelle primarie del centrosinistra: i consiglieri comunali di alcune zone avrebbero dato euro in cambio di un voto. Un gesto piccolo piccolo, per un affare grande grande

di

Diciamo subito la verità: che cos’è un euro, oggi? Praticamente nulla. E quale cittadino teso alla politica non avrebbe voglia di investirlo, quando si tratta di esprimere un voto per il candidato sindaco preferito, alla propria città?
Ma che succede se è la politica stessa a pagarsi i voti, elargendo essa stessa l’obolo per far entrare pubblico alle urne? A Napoli, stando a un video divenuto virale in queste ore, sarebbe successo in occasione delle primarie, in alcuni quartieri da Scampia a Piscinola, da San Giovanni a Teduccio. Per chi sono questi voti, in questa sede, poco ci importa. Ci importa invece rimarcare che comprare un voto non è un atto democratico, quanto mafioso. E visto che la crisi, probabilmente, si sente anche nei palazzi, ecco che invece delle banconote girano le monetine.
E a chi fa notare ai politici che il fatto è sotto gli occhi di tutti si è accolti con una scrollata di spalle, forse addiritture in buona fede: «L’ho fatto per non essere scortese come partito: faceva freddo, erano venuti lì, non avevano l’euro e così gliel’ho dato io», avrebbe dichiarato all’ANSA il consigliere comunale Pd, Antonio Borriello.
Che sarà mai, insomma: un atto di carità? Di generosità? In fondo una crocetta in più non fa male a nessuno, e togliersi un euro di tasca è un po’ come scucire una pagliuzza da un covone. Il problema è il messaggio. Si parla di volontà di infangare le primarie utilizzando la cronaca di alcuni episodi isolati, un po’ come i voti dei cittadini cinesi pescati alle primarie di Milano, altro fatto mai chiarito del tutto. Un bel problemino se manca l’affluenza, vero? Chissà che vorrà mai dire. (MB)

1 commento

  1. Nessuna meraviglia che siano accaduti illeciti. Il PD è oggi l’alfiere del progetto neoliberista in Italia ed è il degno erede dello stalinismo istituzionale del Partito comunista italiano. Il Pci ha distrutto la Sinistra rivoluzionaria e si è suicidato politicamente e, soprattutto, eticamente diventando liberale. Esattamente come han fatto i vecchi burocrati stalinisti dell’Unione sovietica. Nessun rimpianto. Che riposino in pace.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui