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La mente di Thomas Braida sembra produrre immagini su immagini con un ritmo assolutamente frenetico, se non febbricitante, come una di quelle macchine che sparano palline da tennis. E ce lo mostra la sua prima, bulimica, personale da Monitor, le cui pareti sono in questi giorni invase dagli incubi di Braida (e in particolare una parete allestita fittamente come quadreria ottocentesca). È un’idea romantica, e un poco ruffiana forse, che si vuole trasmettere, di pittore brillante e maudit, dalla creatività inesauribile esercitata con sprezzatura, quasi come se niente fosse (effetto amplificato dalla scelta di esporre dei quaderni fitti di disegni e collage, forse spunti mai sviluppati in opera, forse essi stessi piccole opere).
Appartenendo le immagini di Braida al mondo della visionarietà e dell’inconscio, e spesso tinte di toni cupi, misteriosi e dark (è un tripudio di mostriciattoli, teschi, creature mitologiche, insidie nascoste), è chiaro che i suoi modelli di riferimento siano da cercare in un certo tipo di pittori (e di pittura). Si tratta di una pittura coltissima e compiaciuta, nella quale individuiamo brani, più o meno digeriti, di pittori moderni e barocchi, come di maestri dell’ultimo secolo: ovviamente tra i preferiti di Braida, perché più affini al suo gusto, troviamo ad esempio Salvator Rosa, James Ensor, Arnold Böcklin, Lovis Corinth, Scipione, ma la lista potrebbe essere molto più lunga.
![Thomas Braida. Solo Show, vista della mostra, foto di Giorgio Benni](https://www.exibart.com/foto/97642.jpg)
Alcuni degli ultimi lavori del pittore friulano, però, sembrano abbandonare parzialmente le atmosfere fantastiche per introdurre nuovi soggetti inerenti storia e attualità (seppure sempre affrontati da un punto di vista fantastico), e si veda per esempio, tra gli altri, La guerra del grano, ambizioso pastiche realista al sapore di muralismo messicano, oppure la Natura morta tra Tigri e Eufrate.
Novità assoluta è il primo tentativo del pittore di confrontarsi con una pittura monumentale e ambiziosa, in Pietà enorme, ove citazioni dalle deposizioni di Pontormo e di Rembrandt si mescolano con riferimenti, forse un poco forzati, alla società attuale. Ma Braida non sembra a suo agio sulla superficie immensa di 3 per 4 metri su cui si distende l’opera – come anche sui grandi formati in generale – e si muove assai più convincente e sicuro nelle tele più piccole – dove riesce a trasformare la sua pennellata grassa e pastosa in affollamenti di piccole figure o in nature morte – oppure nelle zone di paesaggio dove può giocare con fronde e effetti di luce e ombra (vedi per esempio Hercules versus c.Rex).
Mario Finazzi
mostra visitata il 6 febbraio
Dal 6 febbraio al 12 marzo 2016
Thomas Braida. Solo Show
Monitor Gallery
Via Sforza Cesarini, 43/44 – 00186 Roma
Orari: da martedì a sabato dalle 13.00 alle 19.00
Info: www.monitoronline.org, monitor@monitoronline.org