Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Il collettivo Apparatus 22 dedica all’immagine del corpo la prima personale in terra italiana, mettendo sotto condanna il desiderio della mutazione quale appendice del post-umano, rimanendo all’ascolto di una radio dedicata ai sentimenti del post-guerra.
La dimensione critica dei conflitti armati viene abbandonata per il campo di battaglia attuale, riconosciuto nella pelle e nell’intimità del rapporto con il proprio corpo, profondamente influenzato dalle immagini che ingombrano i mezzi di comunicazione di massa. Giovani generazioni soggiogate dall’amore ossessivo per la costruzione della propria immagine sui social media vengono pizzicate in fallo da testi brevi che mimano turbazioni di tono diaristico. Pseudo-confessioni delle proprie ferite, le parole sono state tatuate su strati di pelle poi intelaiata, diventando oggetti che, appesi alle pareti di gallleriapiù, ricordano antiche epigrafi. Affidato alla carnalità della pelle, colorata però con le tonalità dei marmi, il messaggio si rivela indeciso tra la sua appartenenza alla sfera privata o pubblica, apparendo sfogo pretenzioso del sé sul social quale piazza digitale.
Alle tematiche di derivazione adolescenziale, si somma la difficoltà di riconoscere la pesantezza del proprio corpo entro il fluire della società digitale, la necessità di riscoprire l’unicità del proprio essere. E nelle mode si ricerca il fondo di originalità, affidando l’intimo alla riproduzione dei canoni della moda, tra trucco, tatuaggi e accessori. La battaglia è quindi quella della società ricca, inebetita dallo scambio simbolico delle immagini che non comprende la fallacità del suo male auto-imposto. La memoria di un passato ben più gramo riaffiora concretamente nell’installazione The Hour Broadcast realizzata nel 2014 in collaborazione con studioBASAR + SillyConductor. Pensata per essere collocata in un bunker anti-atomico, trova ubicazione in un antro, quasi cantina, del piano sotterraneo della galleria.
Il gruppo sembra giocare in questa mostra con il mondo stesso da cui deriva, ossia quello del fashion design, in un’opera che sfuma il confine fra superficialità e arte nel nome di un’arte della superficie.
Alessandra Franetovich
mostra visitata il 31 gennaio
Dal 28 gennaio al 26 marzo 2016
Apparatus 22
Several laws. The elastic test
Gallleriapiù, Via del Porto 48 a/b, 40122 Bologna
Orari: martedì e mercoledì 14.30-19.30; giovedì e venerdì 12.00-20.00; sabato 11.00-19.00
Info: +39 0516449537, www.gallleriapiu.com