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Miglior film del 2016 la commedia corale Perfetti sconosciuti, 16 milioni di euro di incassi e il regista Paolo Genovese che dedica la vittoria alla “verità per Giulio Regeni”. Sarà anche che il lungometraggio, che ha vinto anche la miglior sceneggiatura, racconta di come i cellulari siano la scatola nera dei nostri segreti, dai piccoli peccati ai grandi fatti di cronaca internazionale, appunto.
E poi c’è Lo chiamavano Jeeg Robot di Mainetti che sbanca con sette premiazioni, e una cerimonia in pieno stile Oscar a Roma, che in qualche modo sembra aver ritrovato la sua identità di Capitale del Cinema, visto che anche lo stesso film di fantascienza di Mainetti è ambientato nella Città Eterna, altro che New York.
Certo, parliamo dei David di Donatello, che ha visto premiato anche il regista Matteo Garrone per Il racconto dei racconti, mentre la miglior canzone è stata giudicata Youth – La giovinezza SIMPLE SONG #3 musica e testi di David Lang interpretata da Sumi Jo che ha ritirato il premio.
Insomma, non vorremmo fare la lista della spesa, ma quel che è certo è che anche una partita giocata in casa può dare i suoi frutti. Certo, il cinema deve godere di una buona internazionalità, e brucia ancora il ricordo della Cinecittà che fu, ma il riscatto può passare anche tra le pareti del proprio Paese.
Non dimentichiamo che tra chi ha consegnato i David ci sono stati anche alcuni Oscar italiani, come Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo: d’accordo, gli award di Los Angeles sono un’altra cosa, il problema in questo caso si tratta di dare nuova forza, e nuovi fondi, per veicolare meglio una serie di pellicole che non possono essere seconde a nessuno.
E se sarà “cinema d’essay” rispetto ai kolossal a stelle e strisce…beh, facciamo tesoro delle belle immagini, e delle belle storie. In autarchia, se possibile. (MB)