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09
maggio 2016
Apple prepara la semina. E lo prepara in Oriente, in Cina, che già è il secondo mercato del colosso americano della tecnologia, ma che senza censure, embarghi, divieti e dittature varie potrebbe diventare ancora di più una terra promessa. Già, perché ha una vera e propria aria di tour diplomatico quello che Tim Cock, CEO di Apple ha in programma questo mese in Cina. E non incontrerà informatici, sviluppatori, creativi e figure varie, ma “alti esponenti del governo”. Chi, ancora, non è precisato, come del resto si sa poco di questo nuovo viaggio, mentre si sa che il numero uno della Apple è andato spesso da quelle parti in passato, per tenere alta la bandiera della Mela di Cupertino che ha, semplicemente e senza troppi eufemismi, rivoluzionato le nostre vite.
Ma oltre a un aspetto decisamente politico della questione, si profila anche la volontà di tornare a “mangiarsi” i concorrenti, dopo la piccola sberla che Apple ha registrato proprio in questi giorni: la holdolg ha registrato la prima frenata nelle vendite negli ultimi 13 anni, soprattutto a causa del calo delle vendite di iPhone, scese addirittura del 16 per cento. E visto che c’è anche chi ha rimesso sul mercato il proprio pacchetto di azioni Apple, preoccupato pr il rallentamento dell’economia cinese e per gli ostacoli che il governo di Pechino potrebbe innalzare davanti al cammino del gruppo statunitense, forse è meglio correre ai ripari. Prima che la mela si ritrovi addentata anche sull’altro lato. (MB)