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È una bella storia, questa. Aubrey Wade, fotografo che si divide tra Londra e Berlino, in accordo con l’UNHCR, ha ritratto i rifugiati, per lo più siriani, che sono stati accolti in alcune famiglie europee.
La cosa sorprendente è che spesso non si distinguono gli ospiti dagli ospitanti. Bisogna guardare bene i volti e le espressioni, scivolare con lo sguardo sui capelli e sugli occhi scuri, sui tratti appena più marcati per distinguere colui, o coloro, che vengono da lontano e sono stati accolti in quella casa. A volte sono famiglie tradizionali, a volte allargate, altre volte nuclei di appena due persone. E in tutte le immagini si percepisce una corrente d’affetto.
Dove avviene questo miracolo? In Germania soprattutto, e poi in Austria e Svezia.