09 settembre 2016

Basilea, Buenos Aires

 
Rotta tutta a sud: dopo l'Est e l'Ovest Art Basel si impossessa dell'America Latina, con la prima tappa del programma "Art Basel Cities". Una bandiera che aumenta la potenza della fiera svizzera, e che modificherà - presumibilmente - l'assetto del mercato, e forse anche dell'indotto

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Quanti benefit porta una fiera d’arte a una città? A Miami, per esempio, Art Basel porta 600 milioni di dollari di indotto. E cosa c’è di meglio di questi tempi, per una metropoli, se non la possibilità di investire su quel mercato fiorente e lussuoso, decisamente chic, che è il contemporaneo?
Lo potranno dire tra poco anche a Buenos Aires, prima tappa del nuovo progetto “Cities” di Art Basel, appunto, che dal 2017 porterà nella Capitale dell’Argentina il suo programma fatto di “eventi che celebreranno la scena artistica locale e costruiranno relazioni durature tra Buenos Aires e il mondo dell’arte internazionale”. Il programma inizierà alla fine del 2017, portando così l’ennesima bandierina dei conquistadores svizzeri dall’altra parte del globo, dopo “l’assunzione” di Hong Kong quattro anni fa. 
Un gateway in America Latina, insomma, rispolverando l’antica anima di Buenos Aires come città della moda e della letteratura, del design, dell’architettura e dell’arte del Sudamerica, che oggi conta 80 gallerie, design district come La Boca e Barracas. Attenzione però: Art Basel Cities non sarà una vera e propria fiera d’arte, anzi; lavorerà direttamente con le città e gli enti governativi, “fornendo a Buenos Aires ulteriori opportunità di impegnarsi con il pubblico internazionale di Art Basel”, si legge nell’annuncio
Il sindaco, Horacio Rodríguez Larreta, ha riportato: “L’arte è stata uno dei pilastri storici della città, e per questo siamo orgogliosi di festeggiare il fatto che uno dei nomi più importanti del mondo dell’arte a livello mondiale abbia scelto di lavorare con Buenos Aires come prima tappa di questa iniziativa”.
Il programma pare terrà conto del paesaggio culturale esistente, delle infrastrutture, e dell’allineamento delle risorse, oltre che sul piano urbanistico ed economico. La fiera, insomma, trasformata in festival. E forse aspettando di fare un salto in avanti. (MB)

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