12 settembre 2016

Gli “isti” di Hillary

 
Forse chi la fa l'aspetti, ma in polica dovrebbe essere un gioco da non prendere troppo sul serio. Altrimenti si rischia di fare la fine di Hillary Clinton, che forse un poco sotto pressione, finisce a fare la figura di Donald Trump. E con la polmonite?

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Anche se c’è in ballo il prossimo futuro degli Stati Uniti, e dunque di mezzo mondo, certe vicende quasi strappano il sorriso. E dimostrano che poi, in fondo, vuoi per stanchezza o vuoi per celata ipocrisia, anche dietro il politico più cauto – all’occorrenza – si nasconde il populista.
E così Hillary Clinton sabato notte, in occasione di una serata di raccolta fondi a New York, si è lasciata andare e ha appellato la metà degli elettori di Trump come razzisti, sessisti, xenofobi, omofobi e islamofobi: un branco di miserabili.
Evviva evviva la vecchia moglie dell’ex Presidente che perde le staffe, anche se a dir la verità di amenità sul conto di uno e dell’altro candidato alla Casa Bianca in questi mesi ne abbiamo sentite parecchie, come spesso ha osservato la stampa statunitense e non, quasi per oscurare la mancanza di linee politiche di livello.
E allora, così, in queste ore si consuma l’ennesima pantomima: scuse a destra e a manca e patetici “Non mi sono ben spiegata”. Già, perché Hillary ce l’aveva soltanto con le destre estreme che, in tutti i modi, fanno capo al vecchio Donald, e non con quei milioni di frustrati che guardano a Trump come al “folle cambiamento” che riscatterà gli USA.
«Hillary Clinton è stata così offensiva con i suoi insulti ai miei supporter…milioni di persone e di lavoratori meravigliosi. Penso che le costerà molto caro alla urne», ha postato Trump. 
Ad ogni modo? Ad ogni modo, che sia una caduta di stile temporanea o meno anche qui si consuma la solita storia, e il gioco delle parti si inverte, in una vicenda che ha anche in parte oscurato la cronaca di una giornata particolare: quindici anni esatti da quell’11 settembre 2001, nonostante i due candidati siano scesi in piazza per ricordare doverosamente. O meglio, Trump è sceso in piazza perché Hillary si è sentita male, e già si parla di polmonite e di una “sostituzione in extremis” per la corsa a Washington. Una situazione che, nell’arco di 24 ore, è passata dal paradossale all’incredibile. (MB)

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