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A pochi passi dalle due Torri, all’interno di un parco pubblico che si apre verso il verde dei colli bolognesi, Villa delle Rose è senza dubbio uno dei luoghi espositivi più suggestivi presenti a Bologna, tornato oggi fortunatamente in auge dopo un periodo di utilizzo occasionale e non programmato. Rilanciata tramite Rose, il programma di residenze d’artista promosso dal MAMbo e che nella sua prossima edizione ospiterà Roberto Pugliese, la struttura di Villa delle Rose ha una storia di notevole interesse per il capoluogo emiliano, donata al Comune di Bologna ormai cent’anni fa dalla contessa Nerina Armandi Avogli perché ne facesse un luogo dedicato all’arte contemporanea, e divenuto poi il centro di un vero e proprio “polo per la cultura” – come si potrebbe definire oggi – di cui fanno parte anche il Teatro delle Celebrazioni e la Casa di riposo per artisti intitolata a Lydia Borrelli.
La mostra “Villa delle Rose 1936” ripropone fedelmente – escludendo le perdite registrate durante la Seconda Guerra Mondiale – l’allestimento curato nel 1936 da Guido Zucchini, che per la prima volta rispettava le volontà testamentarie della contessa Armandi Avogli di esporre solo le opere del XX secolo della sua donazione che, ricordiamo, costituirono il primo nucleo delle raccolte della Galleria d’arte moderna di Bologna.
Oggi, grazie al paziente lavoro di ricostruzione storica delle due curatrici, Uliana Zanetti e Barbara Secci, si ritorna a vedere questa raccolta d’arte nella sua interezza ed eterogeneità, che accosta tra loro opere molto diverse acquisite dai conti Avogli in giro per l’Italia, durante eventi mondani come le Biennali veneziane e le Secessioni romane o in occasione di Premi (come gli importanti “Curlandese” e “Baruzzi” che attiravano a Bologna artisti da ogni parte di Italia) o di mostre curate da enti privati. Le prime sale sono dedicate proprio ai vincitori dei premi Baruzzi (Gaele Covelli, Giuseppe Graziosi e Giovanni Masotti) e Curlandese (Aldo Avati, Dante Comelli, Gualtiero Pontoni, Guido Venturi) a chi fanno seguito i più noti autori che hanno animato la scena artistica cittadina degli inizi del XX secolo tra cui Alfredo Protti, Giovanni Romagnoli, Guglielmo Pizzirani, Augusto Majani, Luigi Cervellati, i futuristi Alberto Alberti e Angelo Caviglioni, e, infine, gli immancabili Filippo De Pisis e Giorgio Morandi. Tra le opere in mostra, una menzione particolare va data al ciclo dei 18 cartoni di Ragazzi a Scuola, opera di Lorenzo Viani (1919/1920) e a L’auriga (1934/35) di Farpi Vignola, scultura in bronzo destinata a diventare modello per il Guidatore di Sulki con il quale lo scultore bolognese vincerà il premio delle Olimpiadi di Berlino del 1936. E ancora, tra simbolismo ed espressionismo, colpisce la pennellata violenta del pugliese Emiliano Notte (Il soldo, 1914 -1915) e il controluce vibrante protagonista della pittura di Ugo Valeri (Le sagre, s.d.) e Carlo Corsi (Dietro la tenda, 1919). Una mostra, dunque, per onorare la memoria di quello straordinario personaggio che è stato la contessa Armandi Avogli, e della sua scelta meritoria di condividere il suo patrimonio con la città, contribuendo così a promuovere il gusto verso l’arte contemporanea e la sua diffusione.
Leonardo Regano
mostra visitata il 23 settembre 2016
Dal 23 settembre al 31 ottobre
Villa delle Rose 1936
Villa delle Rose, via Saragozza 228 – 230,
40135 Bologna
Orari: da giovedì a domenica 15.00 – 20.00
Info: www.mambo-bologna.org