Fino al 27.XI.2016 Adelaide di Nunzio, Unfinished, architetture criminali Mediterranea, Napoli

Un viaggio nelle architetture criminali del sud Italia. Tra Rosarno, Cinisi, Casal di Principe e Bari, raccontando la disastrosa realtà di opere abusive mai terminate, edifici kitsch commissionati per essere esibiti dai malavitosi di turno, in un percorso fotografico rigorosamente bianco e nero. 

Il reportage di Adelaide di Nunzio (Napoli, 1978) delinea un triste ritratto antropologico del paesaggio periferico e non solo, mostrando il degrado del territorio deturpato dalla malavita. «Nel potente bianco e nero del reportage – scrive Antonio Vesco, antropologo dell’Università di Torino), nella presentazione – ville, palazzi, interni lussuosi e grandi giardini kitsch divengono immagini forti. Il loro compito è quello di ricordarci che gli autori ultimi dello scempio sono gli stessi ideatori delle costruzioni ritratte, con i loro immaginari di ricchezza, le loro smanie di dominio, l’incapacità di concepire il territorio in un’ottica comunitaria». 

La mostra, a cura di Saverio Ammendola, presso l’archivio Mediterranea, presenta venti scatti fotografici che testimoniano un aspetto peculiare delle regioni meridionali sottolineandone, spesso con raffinata ironia dei titoli, la monumentalità. L’obiettivo dell’autrice non è solo quello di documentare i disastri edilizi e urbanistici che inquinano visivamente il paesaggio ma anche di approfondire il gusto estetico che ne deriva. Un gusto ben noto a chiunque abbia percorso le strade delle periferie meridionali e che, ormai, è percepito come familiare e accettato come plausibile. Sradicare dall’immaginario collettivo l’idea di normalità connessa agli eco-mostri tornando a scandalizzarsi di opere che sono vero scempio dell’orizzonte visivo. Un progetto etico d’impatto che vuole essere spunto di riflessione su un sistema di potere che influenza negativamente il presente lasciando continue tracce di un passato guidato da smanie di dominio e falsi miti di ricchezza, incapace di concepire il territorio come un bene comune.

mostra visitata il 17 novembre