09 ottobre 2002

fino al 2.XII.2002 Italia sotterranea – Grotte e caverne nell’epoca di Goethe Roma, Casa di Goethe

 
L’Italia dei sotterranei e delle caverne naturali, dei dirupi campestri, delle bellezze archeologiche. Scenari naturali impressionanti e panorami mozzafiato sul golfo di Napoli e sul Vesuvio. Proprio come la preferivano i viaggiatori al tempo del Grand Tour...

di

Chi ancora non conosce a Roma la Casa di Goethe – centro culturale a due passi da Piazza del Popolo – dove il massimo poeta di lingua tedesca visse durante il suo soggiorno romano, ha adesso un motivo in più per farlo: visitare la mostra che c’è in questi giorni sull’Italia sotterranea, ossia sull’Italia delle bellezze archeologiche, ma anche naturali (caverne, grotte, dirupi, etc..), così come furono ritratte dai viaggiatori tedeschi a cavallo tra ‘700 e ’800.
La mostra, già allestita a Francoforte e Düsseldorf, illustra l’Italia descritta dai viaggiatori del Grand Italia SotterraneaTour, attraverso acquerelli, opere grafiche, dipinti e una selezione di scritti tratti dalla letteratura di viaggio.
E’ una mostra dedicata all’Italia dei sotterranei e delle caverne naturali, dei dirupi campestri, delle bellezze archeologiche possibilmente abbinate a scenari naturali impressionanti e panorami mozzafiato sul golfo di Napoli e sul Vesuvio… L’Italia ha da sempre esercitato una fortissima attrazione sui viaggiatori del nord Europa, attrazione che raggiunse il suo apice all’epoca di Goethe, quando in pieno fervore romantico e, alla ricerca delle proprie origini, si scopriva l’Italia degli innumerevoli tesori archeologici, di catacombe e resti di templi abbandonati nella campagna.
Tra i vari artisti presenti alla mostra, Tischbein – il pittore proprietario dell’appartamento che ospitò Goethe nel suo soggiorno romano e che adesso è diventato la casa di Goethe –Hackert, Gmelin, Kniep e tanti altri, c’è anche Piranesi con le sue incisioni sulla Roma antica. Da non dimenticare anche i vari bozzetti e disegni fatti dallo stesso Goethe, il quale aveva con sé, al suo ritorno a Weimar, più di cento cartelle di disegni. E’ interessante scoprire che il grande poeta tedesco, che siamo abituati a conoscere prevalentemente attraverso le sue opere letterarie, nutrisse un grande interesse nei confronti della pittura, tale da rimanere indeciso – fino alla sua venuta in Italia – su quale vocazione da seguire, se quella di pittore oppure di scrittore.
La campagna romana era uno dei paesaggi preferiti dagli artisti in viaggio del tempo e con essa i laghi dei Castelli, Tivoli e le sue rovine per le quali sembravano avere una vera predilezione. Nella prima sala si può ammirare la Veduta del Ninfeo presso il lago di Albano, acquaforte del 1787 di Gmelin e la successiva Scena pastorale sotto l’arco con vista su un lago tipica scena con un contadino, in piedi vicino a dei buoi pacificamente sdraiati, che si godono il refrigerio del posto riparato. Ancora dello stesso autore, la Grotta di Nettuno a Tivoli, ritratta poi più volte da Peter Birman (1758.1844) e da Hackert (1737-1807).
Di Christoph Heinrich Kniep (1748-1825), uno dei tre pittori tedeschi di rilievo presso la Corte borbonica (Philip Hackert, maestro del dettaglio e di vedute paesaggistiche, dipingeva su commissione del re Ferdinando IV di Borbone e Heinrich Wilhelm Tischbein era diventato Direttore dell’Accademia Reale nel 1789), con cui Goethe visitò la Sicilia, è esposta l’acquaforte con Lord e Italia SotterraneaLady Hamilton scoprono una antica tomba a Nola. Sotto un dirupo si trova una tomba semiaperta e, davanti ad essa, i due aristocratici ammirano con meraviglia e interesse le bellezze che si intravedono in questa.
In una delle ultime sale della mostra troneggia il più famoso ritratto del Goethe quello nella campagna romana eseguito dall’amico Tischbein. Purtroppo si tratta soltanto di una copia (anche se di ottima fattura): il museo Städel di Francoforte presso cui si trova l’originale, non ne permette lo spostamento. Degno di nota, dello stesso autore, uno dei rari dipinti ad olio affissi alla mostra intitolato Lutto per un asino morto (1797-98) che servì a Tischbein ad illustrare il suo racconto di un asino, scritto agli inizi degli anni 90 del Settecento.
Si vede una famiglia di contadini che si raccoglie intorno ad un asino che giace steso per terra. Dietro c’è uno sfondo di nuvole scure.

articoli correlati
la campagna romana, da Hackert a Balla
paesaggio italiano: fotografia contemporanea alla stazione Termini di Roma

consuelo valenzuela
mostra vista il 3.X.2002


Italia sotterranea – grotte e caverne nell’epoca di Goethe
casa di Goethe, via del Corso 18 (centro storico), 0632650412, lun_dom 10-18 ch mar, ingresso intero 3 euro, ridotoo 2 euro, catalogo 24 euro


[exibart]

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui