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“No alla società che ci vuole tutti uguali. No alla coercizione per renderci consumatori conformi. No al mondo avvelenato che spinge la gente a vivere in solitudine. No alla dislocazione, alla depressione e alla rabbia. L’arte è per l’empatia. L’arte è per amare i vostri fratelli e le vostre sorelle e voi stessi. L’arte è per la possibilità di vivere”. A dirlo l’artista Mark Titchner, uno degli oltre duecento firmatari del movimento “Hands Off Our Revolution”.
Guidato da Adam Broomberg e nato Adam in risposta alla Brexit, alla crisi dei rifugiati, e ovviamente all’elezione di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti, al gruppo – che abbiamo visto nelle piazze degli Stati Uniti nelle scorse settimane – hanno già firmato all’appello oltre duecento voci internazionali, tra cui Anish Kapoor, Wolfgang Tillmans, Steve McQueen, Laurie Anderson, Ed Ruscha, Matthew Barney, Rosalind Krauss, Okwui Enwezor, Iwona Blazwick e Catherine Wood.
La mission? Vi riportiamo uno stralcio del manifesto pubblicato sul nuovo sito: “Sappiamo che la libertà non è mai concessa – va conquistata. La giustizia non è mai scontata – è una pratica. Entrambe vanno protette e per entrambe è necessario lottare, ma mai come in questo momento esse sono state così fragili e sfuggenti. Come artisti, il nostro ruolo ci chiama al dovere di re-immaginare e re-inventare i rapporti sociali minacciati dal potere delle destre populiste. Partecipazione attiva, collaborazione, solidarietà sono nostro impegno e obbligo morale. Non resteremo in silenzio”.
Un po’ come spiegava ieri Jonathan Meese: Agire, non Reagire. Vedremo che si combinerà!