Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Era nato nel 1987 ed era diventato famoso per le immagini “soft-core” dei suoi amici in posizioni dove gli arti sono intrecciati, dove è impossibile capire l’inizio di un corpo e la fine di un altro, per esempio.
Ma anche ragazzi e ragazze nella natura, in posizioni erotiche o inquietanti, con animali vivi o indossando ali finte. Un immaginario lievemente perverso, strizzando l’occhio ad Araki o Nan Goldin, alla pornografia “teen”.
Secondo le fonti ufficiali il giovane Ren Hang si sarebbe suicidato a Berlino, città dove viveva, e dalla quale aveva digitato anche uno degli ultimi post sui suoi canali social: “Il desiderio di ogni anno è lo stesso: morire prima. Spero che accada quest’anno”, aveva scritto il 27 gennaio.
Eppure la carriera andava a gonfie vele: una mostra al Foam di Amsterdam, al Fotografiska di Stoccolma, e alla galleria Stieglitz19 ad Anversa. E il suo nuovo libro, Ren Hang, edito da Taschen, che raccoglie foto dal 2008 al 2015. Un addio davvero prematuro.