15 aprile 2017

L’Italia che non c’è, ma esiste

 
Una “Buona Pasqua” non religiosa, ma con l'augurio di trovare qualche fetta di Belpaese nell'ombra, e di riportarla alla luce

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Alzi la mano chi è rimasto incollato a “Presa Diretta” su La7 due sere fa. Perché riportiamo un “fatto” di 36 ore fa? Per augurarvi “Buona Pasqua”, ovunque andiate, e specialmente se starete in Italia a visitare la nostra bella penisola. Messaggio promozionale? No, messaggio di risentimento – come quello che ha descritto il giornalista Carlo Puca, autore del volume “Il sud deve morire”, mentre percorreva 3mila chilometri dall’Aquila a Lampedusa e ritorno in cerca dei mandanti del delitto del Mezzogiorno. 
Ci aveva provato anche Ernesto De Martino, oltre mezzo secolo fa, a cercare i colpevoli nello Stato italiano che, a Sud, pareva – e forse pare – non essere mai arrivato. L’altra sera invece Mauro Felicori, bolognese che sta facendo funzionare la Reggia di Caserta, Philippe Daverio e Vittorio Sgarbi, insieme con Puca appunto, hanno tracciato la loro idea per risollevare le sorti dei Beni Culturali da Roma in giù, citando esempi e proponendo soluzioni. Come l’arrivo dei privati. Ma come è possibile che, con tutte le tasse che si versano allo Stato, non vi sia mai una lira per tutelare il patrimonio? Sapete qual è il risultato? Che queste inchieste scandalizzano seduta stante e poi ci si dimentica, si oblia. E così il parco archeologico che potrebbero mettere in luce l’antica via Tiburtina a Tivoli è un semplice campo incolto; così l’archeologico di Sibari è visitato da due persone al giorno; così la l’area di Capo Colonna a Crotone è transennata; così all’Archeologico di Reggio Calabria vanno 300mila persone l’anno e non tre milioni come utopisticamente si vorrebbe. Perché, ricorda Sgarbi, a Reggio non c’è un aeroporto collegato con il resto d’Italia, non c’è un treno, non c’è nemmeno un ponte sullo stretto. E anche se ci fosse, aggiungiamo noi, forse cambierebbe poco.
La cartolina del sud italiano che traccia “Presa Diretta” è una cartolina triste, che cozza con alcune eccellenze come Matera e il suo rinnovato turismo, fatto anche di fighettume e hotel di lusso ricavati nei sassi, ma che fa l’eco invece con alcune realtà che di grazia ne hanno davvero poca. 
Colpa degli investimenti pubblici sbagliati, secondo Sgarbi, che maledice la “Nuvola” di Fuksas all’Eur, mentre c’è il bellissimo Pigorini che naviga a vista; colpa di quell’ENIT che spende migliaia di euro per apparire a tutte le fiere del turismo ed è un colabrodo; colpa della miopia rimasta dalle vecchie Sovrintendenze secondo Felicori, che benedice la riforma dei musei. Fatto sta, però, che ancora una volta nel “museo diffuso” italiano nuotano rane, girini e serpi, e l’acqua piovana che ristagna negli scavi di una parte e dell’altra si asciugherà col sole, prima o poi. Mentre il Nord diventa meta turistica, zeppa di servizi, e il sud ancora una volta è lasciato a se stesso, e a chi ha scelto di ucciderlo. Cerchiamo smentite, ovviamente, esempi concreti che stravolgano questo pezzo. Ma intanto vi invitiamo, appunto, a scegliere come meta per la gita di Pasquetta qualche itinerario insolito, per scoprire l’Italia che non c’è, ma esiste. (MB)

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