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19
luglio 2017
READING ROOM
Libri ed editoria
La prima persona dell’arte, in un libro di Angelo Trimarco
di Antonello Tolve
di Antonello Tolve
Ci sono materiali illuminanti per la critica d’arte di ieri e di oggi, oggetti di riflessione e strumenti dai quali partire per sfare e rifare i percorsi di coloro che l’arte la fanno – e l’hanno fatta – in prima persona. “Le carte dell’arte. Forme della scrittura autobiografica”, ultimo libro di Angelo Trimarco pubblicato dalle edizioni enneuno è trattazione arguta sulla prima persona dell’arte, quadro critico sui vari volti di una scrittura riflessiva, di un intrattenimento che riguarda il pensiero, il fare arte, il tentare e sviluppare un discorso sull’arte.
Con uno sguardo su alcuni scenari che vanno dalla seconda metà dell’Ottocento al nostro presente, Trimarco disegna un itinerario che assume tutti i connotati di una riflessione non solo sulla scrittura autobiografica in sé, ma anche sulla consapevolezza che fare critica sia legare a questi scritti caldi dell’arte – questi strumenti di lavoro critico – al pianeta dell’autobiografico e del biografico: con l’accortezza di non cadere nella piacevolezza di una lettura superficiale, legata alla sola vita dell’artista, piuttosto di ripensare il discorso dall’angolazione e dalla problematica della messa in forma dell’autos.
Del resto “le scritture degli artisti e, segnatamente, le scritture autobiografiche, prese in questa rete di questioni e di problemi, al giorno d’oggi”, avverte Trimarco, “sono al centro della discussione della teoria e della critica d’arte non più come rappresentazione della vita dell’artista, della sua nudità, ma quali spazio di riflessione sul nesso dell’opera con i processi di soggettivazione e sul ruolo dell’autore – più propriamente, della funzione-autore – nel discorso biografico e autobiografico”.
La copertina del libro
In un percorso dedicato al pubblico e al privato, all’epistolario e ai carteggi, ai diari e alle autobiografie, ai blog e alle interviste o ai testamenti e ai “lasciti a futura memoria”, l’autore traccia un percorso che muove da Domenico Morelli, dal suo “intenso e articolato” dialogo con Pasquale Villari, per giungere via via al presente, a artisti come Marina Abramović, Ai Weiwei, Piero Gilardi.
Dopo un primo capitolo dedicato alla seconda metà dell’Ottocento – Parigi, l’Esposizione Universale, l’arte moderna – in cui sfilano alcune questioni personali, passionali e pubbliche messe in campo da Morelli al suo fidato Villari (“l’arte moderna si rattrova a Parigi e non più a Roma” nota Morelli in una delle tante lettere), si passa a una seconda stazione, Il silenzio di Picasso, dove protagonisti sono Dalì, Garcia Lorca e Picasso. “ln verità, Le lettere a Picasso, sono piuttosto un monologo che un dialogo, visto che da Picasso – il Salvatore della pittura – non ha ricevuto in risposta – dal 1927 al 1970 – neppure un cenno di assenso o di diniego”.
È poi la volta di un momento dedicato al diario e al blog (Caro diario, caro blog), dove troviamo Frida Kahlo, Piero Manzoni e Ai Weiwei, seguito da una sezione luminosa che centra l’attenzione sul racconto autobiografico (Narrate, artisti, la vostra storia), in cui De Chirico, assieme a Piero Gilardi e a Francis Bacon, diventano esempi di una scrittura, di una struttura che unisce l’opera e la vita. Il quadro critico si chiude con A futura memoria. Museo e testamento, dove Trimarco punta lo sguardo su una triade artistica – Salvador Dalì, Marina Abramović, Constantin Brâncuşi – che spinge lo sguardo al di là della vita e progetta (sogna) uno spazio commemorativo, un omento funebre indimenticabile, una donazione rumorosa.
Antonello Tolve
Angelo Trimarco
Le carte dell’arte. Forma e scrittura autobiografica
enneuno edizioni, Leonforte (En) 2017
euro 13