19 luglio 2017

Rodrigo Sobarzo de Larraechea

 

Un estuario è una zona di transizione, dove mare e fiume si incontrano e si uniscono. Da questo incontro nasce uno dei luoghi in cui si sviluppano ambienti molto favorevoli alla nascita di un ricco microcosmo biologico, un habitat naturale tra i più vivi del mondo. Immediato il rimando al Supercontinet, ma anche alla stessa pratica performativa, uno spazio in cui i contrari si mescolano per dar luogo a nuove forme di vita. Questo è quello che Rodrigo Sobarzo de Larraechea mette in scena con Estuarino.

di

Nome, cognome, data e luogo di nascita
«Rodrigo Sobrazo de Larraechea – 1982 – Antofagasta – Chile».
In quale epoca e luogo vorresti essere nato?
«1982 – Villa las Estrellas – Antartica».
 
Quale è la prima cosa che fai appena sveglio?
«Bevo circa due litri di acqua a temperatura ambiente».
Qual è il luogo che preferisci nella tua città?
«Una spiaggia chiamata HORNITOS».
Quali sono i tuoi riferimenti visivi?
«Seguo questo gruppo su Facebook che si chiama Wet Tec / digital artist Tea D. Strazicic / Team Rolfes (Andy Rolfes & Sam Rolfes) / WWWINGS e mi sono innamorato della funzione “inchiostro invisibile” su iMessage».
Esiste un limite che non oltrepasseresti mai? Quale?
«Mai dire mai».
Cosa è la fatica per te?
«Disturbi del sonno».
Quale credi che sia la forza del tuo progetto per Live Works?
«L’essere umano che rinuncia all’esibizione e che magari diventa invisibile».
Cosa ti aspetti da questi giorni di permanenza?
«Immerso nella naTura = la naTura è un problema».
Un aggettivo che descriva il tuo supercontinente ideale:
«Turbato dal tempo – Digitalizzazione dei luoghi del mondo reale – BLOCK CAVING (una particolare metodologia di estrazione mineraria per terreni caratterizzati da un’alta friabilità, che causa un collasso improvviso degli strati del terreno sottostanti la superficie)».
Roberta Pucci

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